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Senaldi: “Le tre più grandi soddisfazioni agli interisti le ha date Moratti”

Senaldi: “Le tre più grandi soddisfazioni agli interisti le ha date Moratti”

"Vivremo abbastanza perché un altro presidente ci possa far rivedere tanto? Dubito. E allora che torni, anche se ha quasi fatto fallire la squadra"

Francesco Parrone

Al contrario di Fabrizio Biasin, il giornalista di Libero Pietro Senaldi, spiega il perché un ritorno alla presidenza di Massimo Moratti sarebbe da avallare: "Pasticcione, spreca soldi, inadeguato, emotivo, nepotista, illogico e inarrendevole. Ma sì, spariamo su Moratti, siamo interisti, continuiamo a dissacrarci. E invece no. Smettiamola e cerchiamo di non essere come lui, siamo obiettivi. Le tre più grandi soddisfazione degli ultimi 50 anni agli interisti le ha date Moratti: il Triplete, conquistato dall’unica squadra italiana (si fa per dire) la cui formazione si può citare a memoria, la Juve in serie B (per un interista è il massimo), grazie alle intercettazioni di Tronchetti, e lo scudetto di cartone del 2006 (per i fan di Prisco forse il più bello), vinto sul campo dalla Juve ma sottrattole e girato all’ Inter a titolo di risarcimento di quello fatto sparire nel ’98.

Vivremo abbastanza perché un altro presidente ci possa far rivedere tanto? Dubito. E allora che torni, anche se ha quasi fatto fallire la squadra, tanto i soldi non erano dei tifosi e la squadra poi non è fallita; facciamo finta che il leader Massimo abbia solo trovato uno che mettesse la faccia sugli anni del risanamento e delle scarse soddisfazioni. Per poi riapparire al ritorno delle vacche grasse. Piano diabolico, che non è da lui.

Ma diamogli fiducia. Dopo 20 anni di umiliazioni e prese in giro sull’asse Juve-Milan, può aver imparato qualcosa pure lui, magari da Mourinho prima che anche lo Special One rincitrullisse (che soddisfazione il suo fallimento dopo l’abbandono, l’Inter resta il punto più alto della sua carriera). E poi anche prima di Calciopoli, Moratti non è stato così male. È quasi sempre stato protagonista, in Italia e in Europa, pur lottando contro forze oscure e misteriose. Sulle quali alla fine ha prevalso con malizia e cattiveria.

Ed era un campionato vero allora, con il Milan olandese, la Roma di Totti giovane, la Lazio di Cragnotti, la Juve di Moggi. Mica come questo, con il Sassuolo anti-Juve più accreditato. Si dirà: non è più il tempo degli imperi famigliari. Non credo che i tifosi della Juve, l’unica squadra

attualmente esistente in Italia, condividerebbero. E neppure i milanisti, ai quali forse manco Marco Polo riuscirebbe a indicare la via della Cina. Torna Massimo, ma da vecchio e cinico saggio, quello che liquiderebbe Milito e Sneijder o per tempo, come la Juve ha fatto con Pirlo".

 

(Fonte: Pietro Senaldi, Libero 05/10/16)

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