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In una lunga intervista a Il Posticipo, Michele Serena ricorda la sua esperienza con la maglia dell'Inter. Dal 5 maggio fino all'addio di Ronaldo il Fenomeno, l'ex giocatore si racconta: "Ho coronato il mio sogno di bambino. Io sono tifoso nerazzurro. Ero felice quando ho saputo che l'Inter mi voleva. Mi dispiace per i tanti infortuni: senza quelli avrei potuto dare qualcosa in più. E mi dispiace per lo scudetto perso il 5 maggio. Avevo fatto il fioretto che avrei smesso in caso di vittoria, nonostante avessi un altro anno di contratto. Volevo chiudere con lo scudetto sul petto e con la squadra del cuore".
Lei era in panchina quel 5 maggio: che cosa ricorda di quel pomeriggio
"Venti giorni prima ero rientrato dopo un anno di stop per infortunio. Ho giocato in casa con la Roma, poi a Firenze dove mi sono strappato. Avevamo stilato una tabella di rientro, contro la Lazio avrei dovuto giocare. Sono state fatte altre scelte e mi sono arrabbiato: è stata l'unica volta in cui ho perso il controllo con un allenatore. Dovevo entrare all'inizio del secondo tempo. Sono passati due-tre minuti e abbiamo preso gol. Mi sarei dovuto scaldare, ma non l'ho fatto: quando eravamo sotto sono entrati solamente gli attaccanti. Poi non ricordo niente. Ho fissato il vuoto con gli occhi sgranati per il resto del pomeriggio. Il secondo tempo mi è scivolato via così. Mi fa male perché nella vita certe cose capitano una volta sola".
Responsabilità di Cuper per quella sconfitta?
"No, assolutamente no. Le responsabilità sono nostre. Pensavamo di andare a Roma e vincere facilmente. La Lazio lottava per un piazzamento Uefa. Le tifoserie delle due squadre sono gemellate. Un'ora prima della gara c'erano sessantamila persone che tifavano per noi: non avevo mai sentito i tifosi ospiti fare i cori per gli avversari. Dovevamo vincere. Probabilmente la settimana di approccio alla partita non è stata adeguata".
Quell'estate è andato via Ronaldo il Fenomeno: l'Inter come ha preso quella partenza?
"Non so che cosa c'è dietro quell'addio. Penso che la società ci sia rimasta male perché aveva sostenuto e curato Ronaldo prima che andasse via. Penso ai due brutti infortuni che aveva subito al ginocchio".
(Il Posticipo)
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