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Serena: “Lautaro come Aguero, Diaz e Romario. Per il City tra Dzeko e Lukaku scelgo…”

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Le parole dell'ex calciatore dell'Inter che esprime il suo punto di vista sull'attaccante argentino e non solo

Da un goleador all’altro. Dopo la doppietta di Lautaro Martinez in finale di Coppa Italia alla Fiorentina, l’ex attaccante nerazzurro Aldo Serena ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere dello Sport in cui ha parlato del Toro:

Non solo Milito, Icardi e Crespo. Qual è il suo esempio più diretto a cui accostare il Toro?


"Nella stagione 1988/1989 ho giocato con Ramon Diaz, argentino di La Rioja che per caratteristiche farei rientrare nel genere di Lautaro. Oltre a essere mancino, lui però era più altruista, lavorava più da seconda punta e andava spesso verso l’esterno. L’Inter ha sempre avuto un feeling storico con gli argentini, adesso la storia si ripete".

Lautaro, un numero nove che esce dagli schemi più canonici. In cosa si differenzia dagli altri?

"Sembra quasi che abbia le minigonne come le macchine di Formula Uno di una volta. È piantato a terra, difende bene la palla e nel contrasto difficilmente la perde. Non è alto, al baricentro basso abbina una rapidità nei movimenti con cui sorprende gli avversari. Poi cosa riesce a fare in area di rigore lo ha già dimostrato più volte".

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Come paragone, più Aguero o Tevez?

"Più Aguero, un attaccante sempre pronto, velenoso al primo errore commesso dai difensori. Come aspetto fisico e capacità di giostrare il pallone in rapidità, gli accosterei anche Romario anche se la nazionalità ovviamente è un’altra".

In quale aspetto il Mondiale l’ha reso ancora più forte?

"Prima di tutto a livello mentale. Adesso è consapevole delle sue doti, ha una lucidità e una grande capacità di scegliere la cosa migliore da fare nel momento giusto".

In più la fascia di capitano nell’Inter e le parole da vero e proprio leader dello spogliatoio.

"Certi traguardi ti portano ad assumere le redini del comando. Però non a livello di imposizione sugli altri, ma per dare l’esempio verso il gruppo. E lui lo sta dando con le parole e soprattutto con i fatti".

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Da quando è arrivato all’Inter nell’estate del 2018 ti aspettavi potesse diventare così forte?

"Ha sempre avuto le credenziali giuste, ma oltre a questo i giovani vanno aspettati. L’attaccante deve avere la possibilità di sbagliare per poter crescere. Quando giocavo al Torino mi dicevano che fino a 22 anni Paolo Pulici di gol nel sbagliava tanti è poi è diventato un goleador fortissimo. Lautaro ha la mentalità giusta per riscattarsi dopo i momenti negativi".

Il dubbio dei dubbi. Chi affiancargli nella finale di Istanbul?

"Se il City pressa e si conferma così asfissiante, io in finale vorrei avere la fisicità di Lukaku. Uno che riesce a tenere su la palla, che mi fa respirare e aggiunge forza fisica all’attacco. Lautaro poi si adatta bene a ogni compagno. Dico questo senza togliere nulla a Dzeko, che a 37 anni ha fatto l’ennesima grande stagione".

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