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In quale aspetto il Mondiale l’ha reso ancora più forte?
"Prima di tutto a livello mentale. Adesso è consapevole delle sue doti, ha una lucidità e una grande capacità di scegliere la cosa migliore da fare nel momento giusto".
In più la fascia di capitano nell’Inter e le parole da vero e proprio leader dello spogliatoio.
"Certi traguardi ti portano ad assumere le redini del comando. Però non a livello di imposizione sugli altri, ma per dare l’esempio verso il gruppo. E lui lo sta dando con le parole e soprattutto con i fatti".
Da quando è arrivato all’Inter nell’estate del 2018 ti aspettavi potesse diventare così forte?
"Ha sempre avuto le credenziali giuste, ma oltre a questo i giovani vanno aspettati. L’attaccante deve avere la possibilità di sbagliare per poter crescere. Quando giocavo al Torino mi dicevano che fino a 22 anni Paolo Pulici di gol nel sbagliava tanti è poi è diventato un goleador fortissimo. Lautaro ha la mentalità giusta per riscattarsi dopo i momenti negativi".
Il dubbio dei dubbi. Chi affiancargli nella finale di Istanbul?
"Se il City pressa e si conferma così asfissiante, io in finale vorrei avere la fisicità di Lukaku. Uno che riesce a tenere su la palla, che mi fa respirare e aggiunge forza fisica all’attacco. Lautaro poi si adatta bene a ogni compagno. Dico questo senza togliere nulla a Dzeko, che a 37 anni ha fatto l’ennesima grande stagione".
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