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Chi sono stati i giocatori decisivi?
"Mkhitaryan e Calhanoglu sono stati strepitosi, indispensabili per far girare il pallone molto velocemente e assecondare i movimenti degli attaccanti. Pavard e Bastoni, che salgono moltissimo da difensori centrali, sono stati fondamentali per dominare certe partite chiave continuando ad andare su e giù. Importantissimi anche Dimarco e Barella, oltre a Frattesi per il modo in cui è entrato dalla panchina. Hanno interpretato benissimo una manovra proiettata al raddoppio dopo il gol del vantaggio, con prestanza fisica e forte determinazione. L'unico neo della stagione è stato la mancata rete del 2-0 all'Atletico Madrid a San Siro nell'andata degli ottavi di Champions League, che probabilmente avrebbe chiuso il discorso qualificazione evitando le sorprese che si verificate al ritorno".
Dimarco è diventato fondamentale.
"Pauroso. Sulla fascia sinistra è una furia con un piede educatissimo. Gioca primi tempi spaziali e tiene sullo stesso livello per i primi 15-20 minuti dopo l'intervallo. Poi si accende un po' la spia rossa dopo tante galoppate di qualità".
C'erano incognite a inizio stagione?
"Il punto di domanda principale era Thuram. Si conoscevano le sue doti, ma era un progetto di campione, conosciuto per il ruolo di esterno capace di dare ampiezza al gioco, meno per le capacità da bomber. Invece, si è calato velocemente nella parte in modo spontaneo: dopo 4-5 partite di assestamento, ha trovato i tempi giusti dentro l'area".
In questa evoluzione quanto ha influito un allenatore ex attaccante?
"Molto, di solito si dice che i grandi allenatori sono ex centrocampisti. Ma nel caso di Simone Inzaghi il discorso è diverso perché è stato un centravanti che non faceva gol da solo. Aveva bisogno delle combinazioni perfette con i centrocampisti. Non faceva ghirigori individuali, ma cercava lo scambio con i tempi giusti con i compagni di quella Lazio fortissima che, alle sue spalle, schierava gente come Stankovic, Veron e Nedved. Confezionavano azioni corali giuste al millesimo. Chi meglio di Simone può insegnarlo ai giocatori? Questo tempismo collettivo si ritrova nell'intesa di Calhanoglu e Mkhtaryan con le punte".
Anche Lautaro è cresciuto.
"Ha contribuito la fascia di capitano che lo fa fatto diventare un punto di riferimento per i compagni sul campo. L'argentino dà sempre l'esempio facendo la cosa giusta come intenzione, in relazione con il resto della squadra. È maturato tantissimo grazie a questa attitudine".
Adesso come può essere migliorata l'Inter per la prossima stagione?
"Sicuramente in attacco: Arnautovic e Sanchez non hanno mai messo davvero in difficoltà Inzaghi nelle sue scelte. L'ingaggio di Taremi, giocatore esperto e con grande esperienza nelle coppe europee, rappresenta un primo passo avanti. Se arrivasse Gudmundsson sarebbe l'ideale per consegnare a Inzaghi una soluzione in più in attacco considerata la sua abilità nel dribbling. E valuterei il ritorno a casa di Valentin Carboni dal Monza che ha dimostrato in questa stagione di essere un talento interessante. A centrocampo Mkhitaryan sta tenendo in modo impressionante, ma ha 35 anni. Non può essere impiegato ancora così tanto. Per questo l'innesto di Zielinski è molto utile".
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