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Il derby d'Italia mette di fronte la super difesa bianconera contro il fenomenale attacco nerazzurro. In tre parole: Bremer contro Lautaro Martinez?
"Andando all'osso sì, è propri così. Ma ci sono delle precisazioni necessarie: la Juve ha un atteggiamento difensivo molto chiaro, non ci sono solo i difensori a proteggere la squadra. E l'attacco dell'Inter è sorretto da un centrocampo tra i più forti d'Europa".
La Nazionale restituisce alla Juve un Chiesa formato deluxe. È lui il fuoriclasse azzurro e bianconero?
"Penso proprio di sì, per la qualità e lo spirito dimostrati nelle ultime due partite. Chiesa ha anche fatto dei recuperi da leader, ha preso per mano la Nazionale. Non è vero che funziona meglio nel 4-3-3 azzurro: Chiesa vede la porta, Allegri fa quindi bene a spostarlo verso l'area senza però imbrigliarlo, lasciandogli la libertà di interpretare il ruolo e di allargarsi anche a sinistra".
Prosegue invece il digiuno di Vlahovic, a secco da due mesi.
"Avrebbe bisogno di centrocampisti in grado di innescarlo con i tempi giusti. La Juve, a differenza dell'Inter, non ha interpreti di questo tipo: in mediana ha incursori e interditori. Vlahovic dovrebbe comunque togliersi di dosso una certa malinconia. E mantenere l'equilibrio, a costo di cambiare se stesso. Perché dei momenti così lunghi senza gol possono inficiare la sua crescita".
Domenica chi affiancherebbe a Chiesa tra Vlahovic, Kean e Milik?
"Juve-Inter di solito è un match con grandi contenuti atletici e agonistici. I primi 20 minuti sono sempre di fuoco. Anche se gli manca il gol da tanto tempo, comincerei con Kean: ha una buona condizione, lotta, non si tira indietro. Serve uno come lui: senza paura, con forza e velocità".
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