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Inter, Serena: “Lukaku, ci vorrà tempo per tornare re. Dybala? Non vedremo mai…”

Marco Astori

Le parole dell'ex nerazzurro: "Lautaro, nella scorsa stagione senza Lukaku, ha scalato le gerarchie segnando tantissimo e diventando un punto di riferimento"

Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, Aldo Serena, ex calciatore dell'Inter, ha parlato del ritorno all'Inter di Romelu Lukaku, con un parallelismo con Ramon Diaz: «All'epoca Diaz non tornò perché l’Inter aveva acquistato Klinsmann. Io e Ramon ci trovavamo a meraviglia. Non esaltavamo tanto le nostre qualità, piuttosto compensavano i nostri limiti. Si era creata una simbiosi perfetta. Non c’era alcun equivoco in campo. Invece Klinsmann era più contropiedista e si muoveva spesso nella zona centrale. Mentre Diaz svariava sulle fasce. Che sinergia che c’era con Ramon…».

Come quella tra Lukaku e Lautaro Martinez nel biennio 2019-21.

«Sì, però adesso le cose sono cambiate. Lautaro, nella scorsa stagione senza Lukaku, ha scalato le gerarchie segnando tantissimo e diventando un punto di riferimento, eccezion fatta per quel periodo di buio tra gennaio e febbraio. Sotto il profilo psicologico i rapporti di forza tra i due sono cambiati. Dovranno fare entrambi dei passi l’uno verso l’altro. Bisogna compiere un percorso per tornare come prima. Con qualche sacrificio da parte di tutti. Non è difficile, ma non è nemmeno così semplice».

Lukaku avrà anche tanta pressione per tornare protagonista dopo un anno deludente?

«Non è entrato in sintonia con l’ambiente e l’allenatore al Chelsea. Lukaku è così. Ha bisogno di essere stimato e di sentire tanta fiducia. Lo dimostra il fatto che abbia dato il meglio con la Nazionale belga e con l’Inter di Antonio Conte. Ha voluto a tutti i costi ritrovare quell'atmosfera. Ma Conte non c’è più. Adesso c’è Simone Inzaghi».

Cosa può cambiare con il gioco di Inzaghi?

«Per quanto Simone possa modificare un po’ il suo assetto, non giocherà mai basso come succedeva con Conte. Non stravolgerà le sue idee: andrà avanti con i suoi principi. Il baricentro resterà alto. Questo diminuisce gli spazi in avanti. Quindi Lukaku avrà meno terreno per le sue sgroppate. Dovrà difendere di più il pallone al limite dell’area. E dovrà lavorare più nello stretto con Lautaro».

Inoltre non ci saranno più Hakimi, Eriksen e Perisic, suggeritori sopraffini per Romelu nella stagione dello scudetto.

«Però Calhanoglu e Mkhitaryan hanno la capacità di imbucare verticalmente con precisione e qualità a difese avversarie schierate. Forse potrebbe essere sceso il tasso tecnico e di inventiva sulle fasce con Dumfries e Gosens al posto di Hakimi e Perisic. Ma l’ex atalantino spinge tantissimo. Non ha l’uno contro uno del croato, ma i palloni dal fondo da sinistra arriveranno».

E cosa succederà con Dybala?

«Sotto il profilo tattico è un punto di domanda, ma non credo proprio che vedremo mai un tridente con Dybala, Lukaku e Lautaro. Non è contemplato nelle idee di Inzaghi. E soprattutto non ci sono centrocampisti che possano supportare un trio di attaccanti così. L’Inter non ha mediani. Barella, Brozovic, Calhanoglu e Mkhitaryan hanno tutti caratteristiche diverse».

Insomma Lukaku non ritroverà lo stesso scenario lasciato un anno fa?

«No, Lautaro ha preso consapevolezza. È cambiata la sua dimensione ed è corteggiato da grandi squadre a quotazioni elevatissime da star dell’attacco. Lukaku dovrà spogliarsi dalla veste di protagonista assoluto che aveva prima di andare al Chelsea. Dovrà impiegare un po’ di tempo per rimettersi in testa la corona di re nerazzurro».