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CorSera – Una domanda antipatica e scomoda incombe sulla Serie A. E la risposta è semplice

Getty Images

La riflessione del Corriere della Sera a proposito di quanto potrebbe accadere attorno alla Serie A

Daniele Vitiello

Il Corriere della Sera in edicola oggi ha proposto una riflessione molto importante. Questo il focus dei colleghi sulla Serie A: "Mentre l’orchestrina del pallone nostrano suonava sulle note del «a me interessa salvare l’incasso», «io voglio giocare riposato», «meglio domenica, no meglio lunedì» nessuno sembrava vedere apparire all’orizzonte l’iceberg di una domanda scomoda, antipatica, pessimista, ma che tiene conto del calcolo delle probabilità e del dato di fatto che il calcio non è un’isola a parte (anche se crede di sì): ma che succede se uno tra i, mal contati, 600 giocatori in rosa nelle venti squadre di A o uno tra i mille professionisti che a vario titolo lavorano a contatto con le squadre o uno dei circa 30 arbitri impegnati fin qui, o anche solo uno dei loro familiari, si scopre positivo al coronavirus? Nessuno vuole trasformarsi in Cassandra, eppure la risposta è semplice: succede che si ferma tutto. E che il campionato rischia di non potersi concludere, altro che balletti di date o liti di condominio. Ecco perché nei giorni scorsi, tra i dirigenti delle squadre di A, c’è chi cominciava a dare voce a una convinzione che, via via, sta prendendo forma: questo campionato non arriverà in fondo, sarà sospeso magari per riprenderlo e portarlo a termine più avanti, quando sarà possibile, dopo gli Europei (sempre se ci saranno)".