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"La Serie A perde 750 mila euro al gioco, quasi come l’Alitalia". E la perdita potrebbe essere maggiore dopo quanto accaduto per la questione coronavirus. Le tv che hanno i diritti sul calcio italiano devono versare a maggio l'ultima rata e si tratta di una somma pari a 1.3 miliardi. Ma se il campionato non dovesse riprendere le tv potrebbero ovviamente sospendere i pagamenti. Se venisse cancellata la stagione si perderebbero circa 150 mln e altri 200 mln di sponsorizzazioni andrebbero perduti.
"Una mazzata da quasi 700 milioni potenzialmente letale per un sistema che, finanziariamente parlando, fa già acqua da tutte le parti: il timido tentativo di austerity avviato dal pallone tricolore tra il 2016 e il il 2018 — quando la Calcio Spa aveva ridotto le perdite a 28 e 65 milioni — si è già esaurito. Le cicale sono tornate, gli stipendi per i giocatori sono cresciuti nell’ultimo anno del 17% e si mangiano da soli il 47% delle entrate. E il profondo rosso dell’ultimo bilancio — uno dei risultati peggiori del decennio — porta il buco accumulato dal 2010 a quota 2 miliardi", scrive La Repubblica. Tanti i motivi. Gli incassi da stadio, non ci sono impianti di proprietà, gli sponsor crescono lentamente e i debiti totali dei club sfiorano i tre miliardi.
Se i campionati riprendessero si salverebbe la stagione e i danni sarebbero minori. Diverso il discorso se il campionato dovesse fermarsi definitivamente. Le tv potrebbero chiedere indietro i soldi dei diritti tv e i tifosi chiedere di essere rimborsati del loro abbonamento. Anche gli sponsor potrebbero chiedere di essere rimborsati di quanto investito. Insomma, sarebbe uno scenario davvero complicato e per questo "La Lega sta provando a esorcizzare chiedendo un salvagente allo Stato sotto forma di quote maggiori delle scommesse sportive, defiscalizzazioni, clausole di salvaguardia per garantire il raggiungimento degli obiettivi economici".
(fonte: La Repubblica)
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