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Paura Serie A, la stagione sta saltando. CdS: “In molti stanno pensando al peggio. E lunedì…”

Matteo Pifferi

La diffusione del Coronavirus e la positività di altri giocatori riducono le chance di ripresa del campionato

"La serie A trema". Apre così l'articolo del Corriere dello Sport in merito alla reazione da parte dei club e da quanto trapela dalla riunione informale di venerdì. Ormai la speranza di chiudere il campionato si sta riducendo sempre di più, sebbene ancora qualcuno stia sperando di completare la stagione, utilizzando tutto il mese di luglio. "Ma sono ormai una minoranza. Gli altri preferiscono già pensare al peggio, preparandosi quindi a come affrontare le conseguenze. Peraltro, sta prendendo sempre più corpo un’altra riflessione. Ha davvero senso fare di tutto per completare questa annata, se poi si finisse per condizionare pure la prossima? In molti, ormai, pensano che sia innanzitutto il caso di preservare la stagione che verrà", spiega il quotidiano che, infatti, sottolinea i potenziali rischi.

TROPPI RISCHI

La riunione di venerdì è stata una delle più tranquille anche perché a prevalere è stata la consapevolezza della gravità dello stato dell'arte. Ad oggi è impensabile che ad inizio maggio il numero di contagi sia azzerato e anche il disputare gare a porte chiuse non è una soluzione, viste le recenti positività di giocatori come Dybalae Daniel Maldini, annunciate ieri. Intanto, nella giornata di lunedì 23 marzo, la Serie A dovrà mandare alla Federazione una relazione sull'ammontare delle perdite (al momento la forbice è tra i 170 e 720 milioni a seconda della ripresa o meno della manifestazione) a cui andrà incontro, a cui dovrà aggiungere le richieste da presentare al Governo: per il CorSport, la Serie A non presenterà richieste di aiuti economici ma spingerà per avere sgravi e agevolazioni e per la modifica di alcune leggi, come quella Melandri che regola i diritti TV o quella sugli stadi, per semplificare l'iter e costruirne dei nuovi. In più, la Serie A vorrebbe l'introduzione della categoria dei semiprofessionisti e la possibilità di intervenire sul contratto collettivo dei giocatori. In ultima istanza, si chiederà anche la rimozione del Decreto Dignità che blocca le sponsorizzazioni con le agenzie di betting.