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Severgnini: “Italia, KO umiliante. Barella affondato ma è ottimo così come Rodri”

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"Lo spettacolo di una mareggiata al tramonto. In tanti abbiamo provato quella sensazione", ha detto Severgnini sull'Italia
Matteo Pifferi Redattore 

Beppe Severgnini, intervenuto sul Corriere della Sera, ha analizzato così il tonfo dell'Italia contro la Spagna:

Severgnini: “Italia, KO umiliante. Barella affondato ma è ottimo così come Rodri”- immagine 2

"Lo spettacolo di una mareggiata al tramonto. In tanti abbiamo provato quella sensazione, guardando Spagna-Italia: fascino e spavento, disagio e attrazione. Il vento che gonfiava le onde era rosso; il mare, un tempo azzurro, bianco di schiuma impotente. La Spagna ci ha preso a pallonate, come nella finale europea del 2012. Cesare Prandelli, con la saggezza della bassa bresciana, ha ricordato che quella partita segnò probabilmente la fine di un ciclo: ma lo capimmo soltanto due anni dopo, ai Mondiali brasiliani. È presto per dire se la disfatta contro le Furie Rosse — i soprannomi calcistici sono spesso retorici, questo è sembrato impeccabile — spingerà Luciano Spalletti a cambiar tutto. Non è detto. In fondo, dopo quella sconfitta di dodici anni fa, la Spagna l’abbiamo buttata fuori due volte dall’Europeo (2016 con Conte, 2021 con Mancini). Di sicuro, ci sarà da lavorare, perché la sconfitta è stata umiliante"

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"Nico Williams svolazzava leggiadro sulla sinistra, Di Lorenzo gli correva dietro sbuffando. Yamal saltava Dimarco come, quando e quanto voleva (voleva poco, per fortuna). Cucurella scuoteva la chioma in faccia al povero Chiesa. Jorginho si nascondeva, Frattesi e Barella affondavano tra le onde rosse. Scamacca, Retegui, Cambiaso, Zaccagni e Cristante facevano quel che potevano: non moltissimo. Solo Donnarumma ha giganteggiato. E chissà, forse si è pure masochisticamente divertito (con i portieri non si sa mai). Giovanni Raboni — lunedì presenteremo a Milano i suoi scritti calcistici — spiegò che il calcio è meraviglioso perché teatrale e drammatico: uno sport con un tempo preciso e un basso risultato è destinato a riservare sorprese. Non lunedì sera: tutto è stato chiaro da subito. Il poeta, gloria del Corriere, sarebbe d’accordo: non ci sono mai stati dubbi sull’esito della partita. È incredibile che la Spagna abbia vinto soltanto con un goffo autogol. Calafiori ha calato il due di picche, ma non ci sentiamo di fargliene una colpa in una serata così. Spagna-Italia, la tempesta perfetta. E pensare che non avevamo di fronte solo giocatori irresistibili. Morata l’abbiamo riconosciuto: è quello che, spesso, arrancava nella Juventus. Fabian Ruiz — a meno che in campo ci fosse un omonimo — è lo stesso che giocava nel Napoli: un buon calciatore, non un fuoriclasse. Rodri è ottimo, ma così è Barella. Le Normand ha un bel nome, ma è un fabbro della difesa, impegnato a martellare Bastoni sui calci piazzati. Possiamo fermarci qui: il quadro del mare in tempesta l’abbiamo dipinto. Adesso, però, basta. Lunedi, nella partita decisiva con la Croazia, vorremmo un acquerello: serata tranquilla, un bicchiere di vino bianco, l’azzurro del mare.


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