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Severgnini: “Conte può diventare un grande allenatore? È accaduto qualcosa…”

Gianni Pampinella

Conte è un bravo allenatore. Può diventare un grande allenatore? È la domanda a cui cerca di rispondere Beppe Severgnini sul Corriere

Antonio Conte è un bravo allenatore. Può diventare un grande allenatore? È la domanda a cui cerca di rispondere Beppe Severgnini dalle colonne del Corriere della Sera.

"Un bravo allenatore valorizza i campioni che si ritrova — o porta — in squadra. Un cattivo allenatore li spreca, li svende, li trascura. E un grande allenatore? Un grande allenatore prende un campione e lo fa diventare un campionissimo, consolida i talenti, rilancia carriere inventando ruoli e posizioni. Antonio Conte ha rischiato, da questo punto di vista. Poi è accaduto qualcosa. Cosa, non si sa. L’impressione è che le difficoltà della società abbiano convinto l’allenatore a fare di necessità virtù. Conte ha consacrato Lukaku".

"Ha puntato su due giovani fuoriclasse nazionali, Bastoni e Barella. Ha disciplinato Brozovic trasformandolo in un atleta generoso. Ha modellato Lautaro. Ha recuperato Skriniar. Un’altra soddisfazione di tanti interisti è rappresentata dalla parabola di Perisic ed Eriksen. Vedere il primo disposto a giocare terzino contro la Lazio è stato sorprendente".

"Stesso sollievo nel ritrovare Eriksen. Le incertezze si vedevano nello sguardo, prima ancora che nei tocchi o nella corsa. Nelle ultime partite è apparso, soprattutto, rincuorato. Merito di Conte o di quella punizione al Milan? Non importa. Come regista di riserva o mezzala titolare, uno così non può non giocare".

"Un grande allenatore ammette di aver sbagliato. Nessun insulto poteva giustificare il gestaccio allo Juventus Stadium. Conte lo ha capito e ha chiesto scusa. Agnelli ora dovrebbe fare lo stesso. Infine, fondamentale: un bravo allenatore, alla fine, può anche perdere. Un grande allenatore deve vincere".

"Antonio Conte ha vinto o ci è arrivato vicino. Ma non abbastanza, per passare di categoria. L’uomo se ne rende conto. La furia, la determinazione e la passione che mette nell’avventura nerazzurra lo dimostrano. Ci sono squadre dove si può transitare, dimenticare e venire dimenticati. Non l’Inter, che lascia un segno indelebile. Antonio Conte deve capirlo. Anzi, lo ha già capito".

(Corriere della Sera)