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Sulle pagine del Corriere della Sera, Beppe Severgnini, giornalista e noto tifoso dell'Inter, ha analizzato la serata dei nerazzurri contro l'Atletico Madrid:
"Sul biglietto per lo stadio, o sullo schermo del televisore, scrivono sempre «F.C. Internazionale». Ma non è mai la stessa squadra. L’Inter di martedì sera non l’avevamo mai vista. Contratta, ma concentrata, nel primo tempo; rapida, spavalda (e un po’ sprecona) nella ripresa. Alla fine, ha vinto. E non «di corto muso», espressione introdotta a Torino per nascondere i musi lunghi. Una squadra forte e organizzata come l’Atletico Madrid, in serie A, non c’è: si sapeva, e s’è visto. L’esito sembrava dipendere dai titolarissimi. Nossignori: Lautaro non ha segnato; Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco e Darmian non erano nella serata migliore; sono invece entrati col turbo Frattesi, Carlos Augusto e Dumfries. Anche il tarantolato Sanchez ha fatto il suo. Così Arnautovic".
"Quando Thuram è uscito toccandosi la coscia, settantamila persone si sono guardate in faccia, in cerca di rassicurazione. Fuori Marcus, dentro Marko? «Adesso segna lui», ha sussurrato qualcuno. Sembrava ottimismo eccessivo, dopo le prime due occasioni sprecate. Poi, a dieci minuti dalla fine, Arnautovic l’ha buttata dentro. Nessun’altra squadra dei cinque principali campionati europei ha sempre vinto nel 2024. È evidente che non può andare avanti all’infinito, ma i tifosi speravano che lo stop non arrivasse proprio nella ripresa Champions. Non è avvenuto".
(Fonte: Corriere della Sera)
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