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Lunga intervista concessa dal noto giornalista e tifoso dell'Inter Beppe Severgnini ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Si comincia con il pronostico sui prossimi anni: «Ho una sensazione di pancia, penso che per l'Inter possa davvero essere l'inizio di un periodo molto interessante. Anche se non è ancora arrivata una vittoria da festeggiare, il romanzo popolare prosegue».
Si ricomincia con Conte, che lei definisce «zio irascibile e irresistibile». Si aspettava un inizio così scoppiettante?
«Sì, certamente. A me Conte piace, è un professionista vero, È stato alla Juve? Non vedo il problema. D'altronde non possono giocare solo Totti contro Zanetti contro Maldini. La cosa che mi ha colpito di lui non sono le vittorie con la Juve o quelle con il Chelsea. Conte mi ha impressionato all'Europeo 2016, in cui ha trasformato giocatori normali in speciali.
Ha dimostrato che Eder poteva rendere davvero, aveva Pellé e Giaccherini. Capisco che oggi voglia Lukaku, però un grande allenatore deve essere capace di trasformare i suoi giocatori.
La grande prova di Conte per me sarà Lautaro: è un Aguero giovane, è il centravanti dell'Argentina, dovrà farlo esplodere. Antonio si dimostrerà un grande se trasformerà i giocatori da buoni a ottimi, da ottimi a spettacolari, come fece Mourinho nel 2010».
E all' Inter ha ritrovato Beppe Marotta...
«Aver ricreato la coppia che ha vinto alla Juve regala un aspetto di rivalsa che rende più epica la storia nerazzurra. Juve e Inter sono due categorie umane diverse, sono due universi e tu Beppe che fai? Passi da una all'altra... La Juve è Achille, fortissimo e raccomandato dagli dei, che però ha il tallone da... Champions; noi siamo come Ettore, personaggio figo, generoso, bellissimo che alla fine vince. Su Marotta che cambia campo Omero avrebbe di sicuro scritto la marotteide».
Il caso Icardi lei come l'avrebbe gestito?
«Forse non avrei detto che era fuori dal progetto, però non conosco tanto le cose interne.
Ho il timore che ora si sia deprezzato. Qualche errore, comunque, l'Inter l'ha fatto l'anno scorso: forse doveva dire a Wanda, moglie e procuratore di un campione, di non fare né la social media manager di Mauro né l'opinionista, perché c'erano conflitti di interesse grandi come una casa. Sarà un peccato non vederlo più all'Inter. Icardi e Wanda dovevano chiedere scusa per questo pasticcio gigantesco e forse la storia poteva andare diversamente. A Mauro tocca un destino alla Vieri, che ha tirato la carretta per anni senza troppe soddisfazioni, e poi sono arrivati altri vincendo a raffica».
L'Inter di oggi come la vede?
«Io non dimentico la partita con l'Empoli, innanzitutto, e quei 10 minuti da Pazza Inter che hanno dato la Champions a Conte. Mi piace anche guardare più indietro, pensare a Medel e Guarin, due personaggi meravigliosi. Non dimentico la commedia umana degli allenatori che sono passati in questi anni, con Spalletti che fiammeggiava più dei diavoli... Oggi Sensi e Barella mi piacciono, basta che 40 e passa milioni non restino in panchina. Sono felice che ci sia ancora Vecino: è atletico, sa segnare, spero che lo valorizzino ancora».
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