All’Inter ha trascorso una sola stagione, ma tutti ricordano il suo nome per la divertente battuta nel celebre fil di Aldo, Giovanni e Giacomo. Parliamo ovviamente di Ciriaco Sforza, che dalle pagine di Blick lancia dure accuse ad un altro ex nerazzurro, Karl-Heinz Rummenigge, che lo definì “stivale puzzolente”. Ecco l’intervista tradotta dalla Gazzetta dello Sport:
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Sforza, dure accuse a Rummenigge: “Mi ha rovinato la vita”
Lo svizzero parla del suo rapporto complicato con l'ex centravanti dell'Inter
L'EPISODIO - Una volta Karl-Heinz venne nello spogliatoio del Bayern, diede la mano a tutti, anche a me, ma io fui l'unico che non guardò in faccia. Guardava già al giocatore successivo. Gli dissi che in situazioni del genere le persone si guardano negli occhi, gli dissi che io ero stato educato in questo modo. Poco dopo mi definì pubblicamente "Stinkstiefel" (letteralmente “stivale puzzolente”, si usa per una persona molto lamentosa e scontrosa) e venni messo in disparte. Forse era infastidito dal fatto che lo avessi ripreso davanti a tutti”. Quell’espressione Sforza non se l’è mai levata dalla testa: “Mi ha danneggiato per tutta la vita”.
Sforza parla anche di un delicato periodo della sua vita in cui ha lottato contro la depressione: “La malattia era un segnale che dovevo cambiare la mia vita. Mi ammalai per un insieme di fattori – spiega –. Il primo anno al Grasshoppers arrivai terzo, ma la società doveva vendere per risanare i debiti. Avrei dovuto tirarmi indietro. Non c'era un progetto... Invece restai ma non riuscivo più a dormire. Avevo paura. Paura del fallimento, della vita. Avevo paura di morire di infarto per via della pressione.Andai dallo psicologo e parlai, parlai, parlai. Non è una debolezza andarci. Non ho mai preso antidepressivi. Per me era importante riuscire a farcela senza. Oggi sono un uomo più forte”.
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