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Shalimov: “Juve-Inter, non ci sono favoriti. Inzaghi mi piace, non ha cambiato il suo gioco”

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Della sfida di domenica sera tra Juventus e Inter ha parlato, intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista nerazzurro Igor Shalimov

Andrea Della Sala

Della sfida di domenica sera tra Juventus e Inter ha parlato, intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista nerazzurro Igor Shalimov:

«Mi sento un privilegiato ad aver giocato per uno dei sei club più importanti al mondo, con una storia pazzesca. All’Inter e a Milano era tutto bellissimo: città, società, tifosi, compagni di squadra. Un onore aver vinto la Coppa Uefa con quella maglia».

Ma molti tifosi la associano ancora alla prodezza realizzata a Torino, in casa della Juve: si ricorda quel gol col tocco sotto a Peruzzi?

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«Le confesso una cosa, ancora oggi ogni tanto vado a rivedermelo su internet: davvero un bel gol, nato da un errore di Julio Cesar, dalla caparbietà di Sosa nel recuperare palla e dalla bravura di Fontolan nel servirmi la palla al momento giusto».

Come si vive una vigilia così importante? Come si gestisce la tensione nell’avvicinamento al derby d’Italia?

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«All’Inter due gare vengono prima delle altre: il derby di Milano, ovviamente, e quello d’Italia contro la Juve. Due gare speciali che in realtà noi preparammo con grande serenità. Però all’esterno si percepiva quanto fosse diversa per tutti quella partita. La stampa cominciò a parlarne con largo anticipo, i tifosi ci seguirono con ancora più passione, incitandoci anche durante gli allenamenti. Insomma, noi eravamo tranquilli ma l’ambiente molto carico. Del resto Inter, Milan e Juve sono la storia della Serie A e del calcio europeo: quando si sfidano, si ferma il Paese».

E domenica invece che partita sarà?

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«In una partita così non esistono favoriti. Juve-Inter è sempre 50 e 50, non conta lo stato di salute, lo stato psicologico, l’euforia del momento. È tutta un’altra storia. Per i giocatori della Juve non peserà il fatto di essere in un momento complicato, di essere usciti dalla Champions. Né per l’Inter farà differenza il ritrovato entusiasmo e il fatto di aver superato un girone molto duro in Europa. Contano i 90 minuti di domenica, niente più».

La crisi della Juve se l’aspettava?

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«Dico una cosa: ma perché hanno lasciato andare via Dybala? Come si fa a rinunciare a un talento come quello dell’argentino? Una volta in Italia c’erano i numero 10 più forti del mondo, italiani e stranieri. Alla Juve hanno visto Platini, Baggio, Del Piero, Zidane: oggi non c’è il fuoriclasse».

E invece l’Inter di Inzaghi la convince?

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«Simone è un allenatore che mi piace, tra Lazio e Inter non ha cambiato modo di proporre idee e gioco. È rimasto se stesso, anche per questo ora è tornato a fare grandi risultati».

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