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Come contro la Juventus, nel momento in cui l'Inter si trova ad affrontare una sua "pari" torna fuori quell'orgoglio ostentato nella gara di ritorno di Coppa Italia. E pazienza se per ritrovare la retta via si è smarrita la finale del trofeo nazionale, era importante per Mancini e per la squadra, riprendere il cammino interrotto nel 2016. Troppi punti persi, troppe circostante sfortunate, troppe distrazioni. Contro la squadra più in forma del momento, i nerazzurri tornano a brillare, ostentando quella compatezza che l'aveva portata ad incamerare il pieno bottino in avvio di stagione: "Si era partiti con l’idea che per l’Inter fosse l’ultima spiaggia, abbiamo finito con la Roma che fa festa per aver smesso di vincere. I giallorossi hanno accumulato soddisfazioni e fatica e non è detto che le prime riescano sempre a prevalere sulla seconda. La Roma parte con passaggi violenti e corti, ruba palla, fa densità. L’Inter aspetta lo spazio per la ripartenza, da affidare a Biabiany o Perisic. La Roma ha un dinamismo, soprattutto nel recupero palla, che l’Inter fatica a contenere. Ma le parti s’invertiranno. La prima volta in cui i giallorossi ripiegano male senza pressione sui trequartisti, Perisic crossa a pochi metri da Szczesny (19’). Lì si apre un’altra porta. Mancini sa che dalla parte di Florenzi si può sfondare. L’Inter prende spazio, Florenzi prende paura, perdendo troppi palloni la Roma innesca la miccia dell’ottimismo negli avversari. Fisicamente l’Inter è più presente sui contrasti. Fulmine Handanovic che si accartoccia su una mezza girata di El Shaarawy (40’). La Roma può esibirsi solo ad alte veloci tà ma otto vittorie lasciano segni che restano invisibili finché non ti trovi di fronte una tua pari, una squadra di personalità, che rende impossibile la nona vittoria consecutiva. Il castigo arriva nel secondo tempo, complici Florenzi e Perotti, da quella parte la Roma sbanda, Perisic s’infila, Brozovic lo vede, non c’è nessuno, Florenzi è lontano. Roma sotto. Entra Dzeko, di testa va vicino al pareggio (c’è deviazione di Miranda con la mano, era rigore). Poi ne combina di tutti i colori. L’assedio si conclude con la zampata di Nainggolan".
(Repubblica)
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