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Riccardo Signori sul Giornale di oggi, fa un articolo per consigliare e spiegare a Stramaccioni il lato positivo dell'aggettivo "provinciale" che tanto ha fatto arrabbiare l'allenatore nerazzurro nel postpartita di Torino:
«Quanto è provinciale imitare Mourinho! Stramax c’è cascato come un pollo. In un impulso di dittatoriale amenità non l’ha fatta passare liscia a nessuno l’altra sera, dopo aver battuto il Torino. Vabbè che lui è nato a Roma, ma vive in un Paese dove il provincialismo è vita, storia,e quasi leggenda.
Suvvia, mister Stramax,un po’ di ironia non guasta, soprattutto dopo una bella vittoria. Giocare alla provinciale ci sta nella storia del calcio: abbiamo vinto partite di calcio con un gioco che gli altri stupidamente disprezzavano. Trapattoni è stato un maestro, Bagnoli pure, Scopigno anche.
La storia del calcio italiano dice che le nostre squadre più si sentono modeste, meno si lasciano prendere da ambizioni di grandeur, più rendono e più vincono.
Certo, questa Inter deve ancora metter a punto molte fasi tecniche: centrocampo lento, quattro terzini che non garantiscono una continuità ad alto rendimento, un più redditizio gioco d’attacco. Milito fa il fenomeno ma si dovrà prendere pause. Ma anche Moratti dovrebbe rivedere il concetto di provinciale, almeno nel pallone: essere provinciale significa essere prudente. La prudenza è arte dei forti. Oggi, giocare in difesa non è segno di provincialismo pallonaro: rappresenta intelligenza e tattica, capacità e astuzia. Basta saperlo fare.
Ti disaggrega dal pecorume postsacchiano. Non pensiamo solo alle piccole squadre che si chiudono in difesa. Il Chelsea ha copiato il nostro football per vincere la Champions. Stramax se ne ricordi. Fare il sosia di Mou significa vincere, non schiamazzare contro le critiche. I progetti riempiono la bocca, i risultati il pedigrèe».
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