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Dalle colonne de Il Giornale, Riccardo Signori ha duramente criticato chi, in questi giorni, si sta esponendo per provare a evitare la demolizione di San Siro, diventata ipotesi concreta data la possibilità che Inter e Milan costruiscano in quell'area un nuovo stadio:
"Non c’è nulla di più patetico di chi vuol salvaguardare la storia aggrappandosi a ruderi riadattati da un pizzico di maquillage. San Siro oggi è un rudere, basta salire e scendere lungo i suoi anelli, infilare il naso in ogni angolo: non trasuda storia, soltanto devastazione e disattenzione, trascuratezza e inadeguatezza al tempo moderno. Per esempio: veder la sala stampa conciata come un baraccone per terremotati mette desolazione. Non solo quella. San Siro, che a fatica molti di noi chiamano Meazza, è un culto della memoria. Non più una Scala per il gioco del calcio. Si dice che la Memoria senza Creatività diventa Ripetizione. San Siro non può essere e non potrà mai essere ripetizione di se stesso. Occorre creatività. Modernizzare, studiare un nuovo stadio a Milano non significa distruggere, ma al contrario salvare l’immagine e il ricordo di quello vecchio. C’è fascino e fascino. Peccato siano arrivati padroni stranieri, benché spinti dal business, per farci capire qualcosa che sta nella legge della vita. C’era da attendersi una miglior intelligenza da noi italiani (...). San Siro è stato un grande creatore di fantasie per tifosi del calcio, ora è un retaggio del passato. In fondo parliamo sempre di un prato per il gioco, una muraglia di gradoni. Allora perché non ci siamo tenuti l’Arena? Come stadio era molto più bella. Milano è la Scala, il Duomo, il Castello Sforzesco: opere d’arte autentiche, non conventi per il piacere ludico. Teniamocele strette, quelle. Questo è il tempo nel quale scompare di tutto, dalle fabbriche ai giornali, non sprechiamo lacrime per San Siro. Meglio inseguire il futuro".
(Fonte: il Giornale)
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