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Riccardo Signori non va per il sottile. Nel suo editoriale per Il Giornale, ha proposto una dura riflessione a proposito di Antonio Conte: "Diciamo pure che Conte non è Mourinho e la gente nerazzurra se ne sarà accorta. Sull’arte di Mou sono state costruite leggende che il titolare ha saputo ben cavalcare. Poi, certo, i risultati gli hanno dato una mano. La società fors’anche. Ma non dimentichiamo che, sulla poltrona presidenziale, c’era Moratti che un giorno ti coccola e l’altro ti critica. O ti licenziava. Dunque non erano tutte rose. Conte, invece, si è ritrovato con una società di silenziosa pazienza. E dalla sua parte, nonostante il braccio di ferro che l’allenatore continua a sostenere con Marotta".
E ancora: "Si stuferà prima Marotta o Conte? Più facilmente il secondo che, appunto, anche nella gestione polemica non è Mourinho. Si, insomma, l’attuale tecnico dell’Inter può addentrarsi in ogni polemica pro domo sua, ma una sconfitta l‘ha già subita: il popolo si attendeva il nuovo Mou ed, invece, si è dovuto accontentare di un classico piangina dal muso duro. Mourinho diceva: non sono pirla. Ma così sottintendeva chi lo fosse. Sapeva distribuire il convesso e talvolta il concavo. Conte attacca e basta. Modulo monotematico, come le sue squadre in campo. Mou ha messo meno di tre mesi a rimodellare idee sul calcio italiano e su quello dell’Inter: voleva certi giocatori, gliene hanno comprato altri e, con loro, ha fatto triplete. Niente male. Conte chiede giocatori e pensa sempre di essere in credito. Oppure gli comprano qualcuno di eccellente tecnica e lo riduce ad un gregario. Ormai rischia di farsi del male da solo. E il tifoso comincia ad essere stufo".
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