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Signori: “Inter e Milan, c’è chi sceglie Thohir e chi Kakà . La realtà  e il sogno… “

Francesco Parrone

C’è chi porta a casa Thohir e chi porta a casa Kakà. Da vedere chi ci abbia azzeccato di più. C’è nostalgia e nostalgia. Milano fa strada, anzi fa trend. Quella di Moratti, costretto a vendere quote (per ora davanti allo specchio se...

C’è chi porta a casa Thohir e chi porta a casa Kakà. Da vedere chi ci abbia azzeccato di più. C’è nostalgia e nostalgia. Milano fa strada, anzi fa trend. Quella di Moratti, costretto a vendere quote (per ora davanti allo specchio se la racconta così) ma con tanta nostalgia degli anni che furono. E la nostalgia del Milan per gli anni che furono e per quel ragazzo che avrebbe fatto la felicità di ogni mamma. Tanto per intendersi: quello di Thohir è un massaggio al portafoglio, quello di Kakà un massaggio al cuore. Milan con te lcoeur in man l’avevano già inventata i nostri antenati. E magari non pensavano a una squadra di calcio di nome Milan.

Ma il tempo ci dice che nulla è sprecato nei detti popolari. Milano è diventato Milanese il pallone ha un cuore non si potrà negare il bello di un tuffo romantico, magari un gol. Eppure se tanto bastasse, perché Napoli non ha richiamato Maradona? Ecco la reale differenza fra Inter e Milan nella caccia al nuovo acquisto è questa: Inter solidamente (qualcuno dirà finalmente) realistica, Milan ancorato a un sogno,al sogno del cuore. Basterà per vincere un campionato, far strada in Champions, riconciliarsi con un pubblico dubbioso e perplesso da una campagna acquisti fino a ieri dequalificante?

Kakà non è la soluzione di ogni male: lo sanno tutti. Kakà per ora è un soffio di speranza, un giro d’aria che serviva. Esattamente come lo è stato Balotelli in gennaio. Ma se Supermario garantiva gol e un salto di qualità. Kakà è solo un usato sicuro, nonostante la débâcle subita al Real. Non è più il giocatore di otto anni fa, gli mancano scatto e cambio di passo, ma è più accettabile di un giapponese che si chiama come una moto e che varrà più di Nagatomo.Oggi Kakà è trequartista, ma se domani diventasse regista alla Pirlo...

Chissà, potrebbe rigenerarsi. La stranezza sta nelle scelte del Milan: doveva aprire la strada ai giovani, Milanello rischiava di trasformarsi in un asilo d’infanzia calcistica e, invece, ora i giovani spariscono e ricompaiono gli attempati che hanno una storia rossonera: Matri nelle giovanili, Kakà nella bacheca. Difficile capire se l’operazione nostalgia porterà lontano, sono tanti i dubbi dei tifosi sulla resurrezione del brasiliano, altrettanti quelli che sentono puzzo di bruciato quando il Real molla i campioni. È intuibile una difficoltà a districarsi fra pitt bull del campionato. Valeva la pena sprecare 8milioni di euro (che sono16 lordi) per l’ingaggio? Certo, se Mou e Ancelotti hanno consigliato al Riccardino di cambiare aria,qualcosa non va. Ma è anche vero che in un Milan povero di qualità, val la pena ritrovare uno dei tre giocatori che, negli ultimi 50 anni, hanno fatto la differenza per classe e dolce stil calcistico. Gli altri sono Rivera e Van Basten: ma questi due non sono recuperabili.