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Signori (il Giornale): “Inter stanca? Chi lo dice, cambi mestiere. Ma Dzeko…”

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne de Il Giornale, il giornalista Riccardo Signori ha smorzato i toni dopo il pareggio dell'Inter a Bergamo

Intervenuto sulle colonne de Il Giornale, il giornalista Riccardo Signori ha smorzato i toni dopo il pareggio dell'Inter a Bergamo:

"Ed ora che il Milan ha dimostrato, con la partecipazione straordinaria dello Spezia e dell’arbitro, che la testa della classifica non è cosa sua, cosa deve temere l’Inter? Meglio puntare sul fattore D. Si legga: difesa più Dzeko. Mentre la “D” di Dybala è solo una variante a futura memoria. Qualcosa che serve a sognare, non tanto a segnare. No, l’Inter non è stanca: se bastano due partite impegnative di fila, meglio qualcuno cambi mestiere. Nemmeno può essere l’ansia per avversari anche bravi, ma che non reggono la forza della sua rosa. C’è, invece, qualcosa che ballonzola sulla testa del mondo nerazzurro. A rigor di numeri la difesa non sente ragioni, ma le partite con Juve e Atalanta hanno visto qualche incrinatura".

"Contro i bianconeri ha dato una mano il fattore C (che altro pensare di quella sorta di autogol di Alex Sandro?) e chissà che, con la presenza, il giovin presidente Zhang non abbia mostrato d’aver lo stellone dalla sua. Eppure l’Inter ha tirato in porta, ma anche lasciato tirare con disinvoltura: il gol subito è stato sagra delle belle statuine. E il muro “D”, inteso come De Vrij, non è più invalicabile. Con l’Atalanta la conferma: i bergamaschi hanno tirato di più. Soprattutto meglio nello specchio di porta. Se non hanno segnato il merito va diviso fra la vena di Handanovic e una mira poco centrata. Però l’Inter, per la prima volta dopo una serie di partite con gol, non ha realizzato. E qui affiora l’altro fattore “D”. Lo Dzeko inceppato. Chiamato per essere maestro d’opera nel

gol, ha mostrato l’arte (7 reti più vari assist) nelle prime 10 partite. Poi, in 11 presenze di campionato, una sola rete contro la Roma (più due in Champions) a inizio dicembre. Non è un allarme ma adesso, che sfide e fatica psicofisica si fanno decisive, non bastano i piedi buoni. Ci vuole un centravanti killer. E il bosniaco talvolta dimentica la pistola nella fondina".