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Signori: “Il Milan farà l’impresa e vincerà lo scudetto. Calcioscommesse? Tanti mi hanno deluso”

Matteo Pifferi

Intervistato da Libero, Beppe Signori ha raccontato la sua verità dopo l'assoluzione dal Tribunale di Modena per il calcioscommesse

Intervistato da Libero, Beppe Signori ha raccontato la sua verità dopo l'assoluzione dal Tribunale di Modena per il calcioscommesse.

«Tra i 134 imputati dell’inchiesta, il sottoscritto è stato l’unico a non essere mai stato interrogato dal giudice, non ho mai capito il motivo. E nelle 80.000 intercettazioni dell’inchiesta il cognome

Signori no appare. Ero innocente fino al midollo ma non per chi mi accusava. Devo tutto alla mia avvocatessa, Patrizia Brandi. Un giorno mi consigliò: non ricorreremo alla prescrizione nei processi di Modena e Piacenza, sarebbe una prova provata che cerchi una scappatoia e resterebbero dubbi su di te. Andiamo fino in fondo e avrai l’assoluzione piena. Così è stato».

Dieci anni durante i quali non hai potuto urlare la tua rabbia.

«Ero frustrato e depresso, avvolto da quell’impotenza che si prova quando il processo mediatico, silenziandoti, ha già deciso che sei colpevole».

Chi ti è stato vicino?

«I miei vecchi tifosi e molti amici del calcio, da Zoff a Zeman, da Casiraghi a Baggino... Molti, non tutti. Non chiedermi però chi mi ha deluso, quelle persone non esistono più per me».

Parliamo di calcio, ti va? Zeman: un genio o…?

«Sportivamente parlando, un genio. Con il 4-3-3 mi ha lanciato a Foggia e nella Lazio. E poi è una persona divertente a telecamere spente».

Sacchi, un maniaco del 4-4-2, invece?

«Insieme a Zeman ha cambiato il calcio. Arrigo allenando campioni e costruendo la squadra dalla difesa, Zeman dall’attacco».

Mondiali 1994: ti rifiuti di giocare la finale con il Brasile, perché?

«Quello resta il grande rimpianto della mia vita sportiva. Ero sfinito, dissi a Sacchi, sbagliando: “Gioco ma da punta, non più da esterno come nelle altre partite”. Mi guardò basito. Risultato: ho osservato la sequenza dei penalty dalla panchina. Non ho giocato un minuto e, nella Lazio, ero un rigorista…».

Beppe, chi vince lo scudetto quest’anno?

«Milan, farà l’impresa».

C’è un altro Signori?

«Considerando che essere mancini è un plus, dico Dybala e Vlahovic».

A fine mese l’Italia si gioca l’ultimo jolly nei playoff per i mondiali. Ce la facciamo?

«Io dico di sì. E gli uomini decisivi saranno Immobile e, soprattutto, Berardi».