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Senza volere scomodare lo storico silenzio stampa dell’Italia guidata da Enzo Bearzot durante il Mundial ’82 in Spagna, erano più di tre anni che l’Inter non vi ricorreva. Prima del “tutti zitti” post Inter-Fiorentina di ieri in polemica con l’arbitraggio di Mazzoleni, bisogna risalire al 18 novembre 2012 quando mister Andrea Stramaccioni , espulso nell’occasione, e i giocatori non parlarono dopo il 2-2 casalingo con il Cagliari (fischiava Piero Giacomelli). Risalendo a ritroso nel tempo si giunge alla stagione del Triplete 2009/10. Il tecnico è José Mourinho, sotto squalifica per la quarta volta, e il vice Beppe Barese e i giocatori non parlano per solidarietà ma la particolarità è che lo fanno prima, non dopo, una partita. L’Inter pareggerà poi 1-1 con l’Atalanta a Bergamo con gol di Milito (13 dicembre ‘09). Per Roberto Mancini non è però la prima volta da quando veste nerazzurro. Rimase a bocca cucita dopo le polemiche seguite alla vittoria dell’Inter sul Parma, 3-2, del 20 gennaio 2008. L’Inter ottenne un rigore a due minuti dalla fine e fu accostata da alcuni media alla potente Juventus. Paragone che infastidì, non poco, la società guidata da Massimo Moratti che ordinò il silenzio proprio alla vigilia di una sfida di Coppa Italia contro i bianconeri, guidati da Claudio Ranieri. Per l’Inter, il periodo più lungo senza proferire parole risale alla stagione, dei veleni, 1997/98. In panchina Gigi Simoni, in campo Ronaldo. Il lungo testa a testa con la Juventus (che culminerà nella sconfitta per 1-0 del 26 aprile ’98 con il rigore di Iuliano sul Fenomeno, non fischiato da Piero Ceccarini) logora i nervi e i giocatori decidono di non parlare, sia a spot nella stagione sia per un mese filato, a marzo. A volte il silenzio non è utile ai fini del risultato ma può essere d’oro.
A cura di Marco Pedrazzini
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