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Simic: “Nel ’96 Moggi mi voleva alla Juve, poi non se ne fece nulla. Il 5 maggio…”

Simic: “Nel ’96 Moggi mi voleva alla Juve, poi non se ne fece nulla. Il 5 maggio…” - immagine 1

Dario Simic, ex Inter e Milan, ha parlato così delle sue esperienze in Italia, rivelando anche un retroscena sulla Juve

Matteo Pifferi

Nel corso di un'ampia intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, il doppio ex Dario Simic ha parlato così della sua avventura all'Inter e al Milan:

"Nel 1996 parlai con la Juve. Moggi mi voleva. A quei tempi, per una giovane promessa, esisteva solo la Serie A. La guardavo in tv e pensavo: 'Wow, lì ci sono i campioni, voglio giocarci'. Alla fine non se n’è fatto nulla, ma tre anni dopo è arrivata l’Inter. Aneddoti? Recoba non voleva correre. Si nascondeva dietro gli alberi di Appiano, mentre Lucescu mi fece uno scherzo. Una volta, in allenamento, mi disse di calciare una punizione. 'Io, mister? Sicuro?'. Accanto a me c’erano Ronaldo, Vieri, il Chino. Mi vergognavo anche a prendere il pallone in mano, gli altri ridevano tutti. 5 maggio? Dopo vent’anni ci si ricorda solo dell’Olimpico e delle lacrime di Ronnie, ma in realtà buttammo punti decisivi con Atalanta e Chievo".

Milan

"Dopo Istanbul c’è sempre Atene però, e lì Ancelotti fu bravissimo. Ci disse: 'Uscite e vincete', stop. Gruppo grandioso. Nesta, Kaká, Maldini. All’inizio avevo un filo di soggezione a stare accanto a lui. Poi Gattuso, quante risate. Una volta si mangiò una lumaca viva! Accadde prima della sfida col Manchester del 2007, lo fece per fare gruppo"

Filippo Inzaghi

"In una delle prime amichevoli in rossonero ero così ansioso che per sbaglio presi la sua maglia. Non me n’ero neanche accorto, venne lui a cercarmi. E giù a ridere. Il Milan resta la mia squadra, tiferò sempre per loro. Maldini e Pioli hanno messo in piedi un gioiellino"

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