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Simoni: “Da Moratti a Thohir? Sparisce pezzo di Inter. E domani decisivo…”

Francesco Parrone

Gigi Simoni, ex di Inter e Fiorentina, ai microfoni di Fiorentina.it ha voluto analizzare il momento di delle due squadre in vista del big match di giovedì sera. Ecco le parole dell’attuale ds della Cremonese, su Montella, Mazzarri e...

Gigi Simoni, ex di Inter e Fiorentina, ai microfoni di Fiorentina.it ha voluto analizzare il momento di delle due squadre in vista del big match di giovedì sera. Ecco le parole dell'attuale ds della Cremonese, su Montella, Mazzarri e molto altro ancora…

Simoni, da tecnico che con l’Inter ha sfiorato uno scudetto, vorremmo iniziare chiedendole che idea si è fatto sulla vicenda Moratti-Thohir. Cosa pensa del passaggio di testimone tra i due?

«Non conosco i termini e il perché di questa scelta, quindi non mi sono fatto idee particolari, ma posso dire che mi dispiace immensamente che una persona come Moratti passi il testimone. Una persona, Moratti, dalla quale sono stato anche esonerato – ricorda con un sorriso – ma che mi ha dato la possibilità di poter lavorare a certi livelli. Ho lavorato nell’Inter per un anno e mezzo, mi sono divertito e penso di aver ottenuto anche qualche risultato positivo. Insomma, con il passaggio da Moratti a Thohir ‘sparisce’ un pezzo importante di Inter. Guardi, mi dispiace davvero tanto: lui è un tifoso incredibile, una persona per bene, grande presidente».

Passiamo alle questioni di campo. Giovedì sera ci sarà Inter-Fiorentina. Che partita si aspetta e cosa pensa dell’ottimo inizio di campionato delle due squadre?

«Ci sono partite che ti attraggono più delle altre e alle quali tieni in modo particolare. Ecco, per me Inter-Fiorentina è una di queste. Ho militato in entrambe le squadre, nella Viola da giovane come calciatore, nell’Inter da allenatore, e sono molto legato ad entrambe. Per questo mi aspetto una partita belle, ricca di emozioni. Per quanto riguarda l’inizio della stagione delle due compagini, dico che la squadra di Mazzarri è più una sorpresa, al contrario della Fiorentina che sta portando avanti un discorso iniziato l’anno scorso con un allenatore molto bravo e arricchito da acquisti importanti. Adesso sono direttore generale della Cremonese ed ho incontrato i viola in ritiro a Moena. Ce ne hanno fatti 7 – ha sorriso – e mi hanno sorpreso tanto. La squadra di Montella ha un organico numeroso e completo. Il problema lo avrà il tecnico quando guariranno tutti perché si troverà costretto a fare delle scelte. E non sarà facile… L’Inter, ripeto, può essere la sorpresa dell’anno. È una squadra che ha cambiato molto, con molti giovani. Una squadra che oggi è stata messa nelle mani di un allenatore molto bravo, ancora giovane ma già molto esperto. Uno, per intenderci, che ovunque è andato, ha saputo ottenere risultati. Un ragazzo – Mazzarri – che conosco molto bene, sono stato suo allenatore a Empoli… con lui l’Inter ha fatto un salto di qualità».

A proposito di Montella e Mazzarri: due ottimi allenatori ma oggettivamente con caratteristiche completamente diverse…

«Assolutamente si. Sono due allenatori diversi. Mazzarri è più pragmatico, gioca con la difesa a 3 (o a 5, dipende dalle fasi di gioco) ed è un grande cultore del contropiede, che secondo me è un gioco che dà risultati. È un allenatore pratico che vuole vincere col suo gioco fatto di attese e ripartenze veloci. Montella, invece, è un allenatore che ama un gioco più brillante anche in base alle caratteristiche dei suoi giocatori, molto diversi da quelli dell’Inter. La Fiorentina ha molti centrocampisti di talento (da Aquilani a Pizarro fino a Borja Valero che mi piace davvero tanto, ma non solo loro tre) che sanno creare gioco ed inserirsi. E in più ha attaccanti molto bravi e, grazie al cielo, ha recuperato Rossi. Se vogliamo trovarle un piccolo difetto, lo individuo in difesa… una difesa che è anche meno protetta a causa del modo di giocare della squadra e della dedizione alla costruzione del gioco dei suoi centrocampisti. Insomma, l’Inter e la Fiorentina sono due squadre molto diverse guidate da due tecnici altrettanto diversi, ma sono entrambe compagini belle che possono fare molto bene».

Chi saranno gli uomini partita del match, considerando che alla Fiorentina mancheranno Pizarro, Cuadrado e Gomez?

«Eh, un bel terzetto… Per quanto riguarda la Fiorentina, spero che sia ancora Rossi a fare la differenza. È un ragazzo eccezionale, di grandi valori. Spero che continui a fare bene e a fare gol (visto che ne ha già segnati 4 nelle prime 4 giornate e sono felicissimo per lui). E per l’Inter, anche se tra le file nerazzurre c’è un giocatore che mi piace tantissimo che si chiama Palacio, mi auguro che sia Milito a fare la differenza contro i viola. Punto sui due giocatori che hanno voglia di riscattarsi da infortuni e recuperi che non sono stati facili. Che possano con le loro reti dare un calcio alla sfortuna!».

Delle tante sfide contro la Fiorentina, da calciatore o da allenatore, ne ha una che le è rimasta particolarmente in mente o nel cuore?

«Ho due ricordi che mi legano alla Fiorentina in maniera particolare. Era il 19 gennaio del 1964. Indossavo la maglia del Mantova e vincemmo a Firenze con un mio gol: 0-1. L’altro ricordo, tragico, triste, è legato al periodo in cui ero allenatore del Genoa e capitò il brutto infortunio ad Antognoni, uno dei giocatori più forti della storia del calcio italiano, nell’ormai famoso scontro con Martina. Avemmo tutti una paura incredibile».