Era il più atteso del Festival di Sanremo e alla fine è spuntato dalle scale dell'Ariston senza ovviamente un minimo di timore. Zlatan Ibrahimovic ha fatto le scalette come se scendesse quelle dello stadio e si è preso il palco. Abito nero sul quale spiccavano le lettere del suo nome. E siparietto provato e riprovato, ma comunque in stile Ibra, con Amadeus a fargli da spalla. «Un onore essere qua, ma anche per te è un onore avermi qua», ha detto subito. E il conduttore gli ha chiesto:
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A Sanremo siparietto Ibra-Amadeus: “Io qui, onore per me e pure per voi”
Prima apparizione sul palco dell'Ariston per l'attaccante del Milan che ha dettato le sue regole al conduttore
-Benvenuto a Sanremo Zlatan, sei abituato a stadi più importanti. Che emozione ti fa essere qua?
Mi sento grande potente, ma sempre più grande di te e più potente di te.
-Mi hanno chiesto tutti cosa fa Zlatan a Sanremo. Cosa farai?
Ho portato le regole. Le regole del mio Festival. Le regole secondo Zlatan.
-Io sono il direttore, Ibra. Non cominciamo.
Ti hanno detto così? Il direttore è Zlatan. A me l'ha detto Zlatan. Scrivi le regole. La prima: Il Festival di Zlatan sarà di 22 cantanti. Undici contro undici, sennò non è regolare.
-Non è una partita di pallone. Qua i cantanti sono 26.
Vendili, il Liverpool sta cercando quattro difensori. Li tengo io sennò e li metto in giardino a lavorare. Regola due: quanto è grande questo palco? Troppo piccolo. Mi serve 105 per 68 come San Siro. Sennò questo Festival è annullato. Via i violini. Le ragazze dell'orchestra restano.
-Ma chi me lo ha fatto fare a chiamare Ibra?
Hai detto qualcosa?
-Dicevo che è bello averti qua.
Ah, avevo capito bene.
È cominciato così il Festival dell'attaccante rossonero che sarà tra i collaboratori di Amadeus per tutte e cinque le serate.
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