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Lo scudo contro la parola "scudetto" non era eretto da Thohir e Mancini per semplice scaramanzia, ma per un realismo condiviso, come spiega Silvia Vallini in un servizio per Sky Sport 24.
La sconfitta contro la Fiorentina - prosegue la giornalista - ha messo in luce i perché di tanta cautela. E' evidente la soddisfazione del presidente per le prime cinque vittorie, per il mercato, per la struttura sempre più solida costruita in società a fronte di una solidità di squadra esaltata dai più prima del crollo di ieri sera. Al tempo stesso, a prevalere sempre nella sua filosofia è la concentrazione sull'oggi con la proiezione al domani che si basa su programmi, compresi quelli commerciali per fronteggiare le perdite. Farsi trivare pronti ai saliscendi della borsa quanto a un risultato deludente per non rischiare di essere travolti. Chiara la rabbia per il 4-1 subito, ma chiara anche la linea di pensiero del 'Non mi lamento, ma non mi accontento', come emerso dalle sue parole qualche ora prima del fischio d'inizio.
L'Inter intanto pensando al futuro ha lavorato al progetto San Siro nell'ultimo anno, ecco perché il presidente ha voluto lanciare anche un messaggio al Milan e al Comune di Milano nell'ultima intervista rilasciata. Agli ultimi incontri per lo stadio era presente Marco Fassone, rimosso dall'incarico di direttore generale. "Una decisione non facile, come ha spiegato Thohir che ha indicato in Bolingbroke l'unico numero uno in società. Mancini è invece l'icona trasversale, il progetto non è perfetto, a volte si vede, ma non è una sorpresa", conclude la giornalista.
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