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Un gatto bloccato su un albero e una ragazza che bussa a una porta per chiedere aiuto. Inizia così la storia che Leonid Slutsky, allenatore dell'Hull City, ha raccontato al Daily Mail: ""Sono stato molto gentile, non ho potuto dire no" dice l'allenatore che all'epoca, il 1989, aveva 18 anni e faceva il portiere in una squadra della seconda divisione russa. Poi la caduta dall'albero e "il mio ginocchio sinistro si è rotto in 1.000 pezzi, come il vetro". Tre mesi passati in un ospedale sovietico, tre mesi di riflessioni perché Slutsky sa che non potrà tornare a giocare e allora cosa fare? "Sono sopravvissuto e ho cambiato i miei piani. Quindi quel giorno è morto un calciatore, ma è nato un allenatore. Ho deciso di studiare da allenatore. Era uno shock incredibile per mia madre. Ha detto che potrei essere tutto - un avvocato, un giornalista - ma non un allenatore! Abbiamo avuto discussioni serie ma alla fine ho vinto".
(Daily Mail)
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