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Sole24Ore: «Li divide 1 punto, ma perché Mancini è trattato da idolo e Inzaghi come Canà ?»

Pippo Inzaghi e Roberto Mancini, numeri alla mano, navigano entrambi a centro classifica e sono divisi da un solo punto. Il Sole 24 ore però rileva come il credito nei confronti dei due tecnici sia difforme: «Misteri del Calcio? A prima vista...

Lorenzo Roca

Pippo Inzaghi e Roberto Mancini, numeri alla mano, navigano entrambi a centro classifica e sono divisi da un solo punto. Il Sole 24 ore però rileva come il credito nei confronti dei due tecnici sia difforme: «Misteri del Calcio? A prima vista sì: infatti se consideriamo che dopo la sconfitta con la Fiorentina e il pareggio di Napoli la media punti di Mancini è tornata a essere peggiore di quella di Walter Mazzarri, è facile dedurre che il misero punto di vantaggio dei nerazzurri sui rossoneri sia da attribuire ai risultati del primo allenatore dell’Inter, esonerato lo scorso novembre.

Mancini era arrivato come salvatore della Patria, con il carico di credito che si deve a un allenatore di esperienza capace di vincere più volte con l’Inter e di confermarsi vincente anche in Inghilterra portando al Manchester City uno scudetto che mancava da oltre 40 anni. Avrebbe dovuto rivoltare l’Inter come un calzino e, soprattutto, avrebbe dovuto fare meglio di Walter Mazzarri. Non è successo, anzi al momento sta facendo leggermente peggio. I conti si faranno alla fine, come è giusto che sia, ma per ora i numeri non sono dalla sua parte. Eppure viene dipinto come l’uomo che ha trasformato la squadra, che l’ha resa di nuovo in grado di puntare a obiettivi importanti e che ne ha profondamente trasformato il gioco. In parte è vero, perchè senza dubbio l’Inter di oggi ha un atteggiamento in campo molto diverso da quello del passato: ma l’atteggiamento non vale nemmeno un punto.

Dall’altra parte di Milano c’è Pippo Inzaghi, anche lui arrivato al Milan come salvatore della Patria e come uomo capace di ridare ai rossoneri il lustro perduto. A differenza di Mancini, però, nessun palmares da esibire come allenatore, nessuna vittoria importante da mostrare come una medaglia sul petto, e soprattutto un continuo stillicidio a cui è stato sottoposto fin dall’inizio della stagione».