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Quando la pioggia piace. Genoa-Inter di ieri è piaciuta tanto ad Andrea Sorrentino di Repubblica: «Elogio della pozzanghera, o dell’imprevedibilità della melma. Che partita, che goduria. Il diluvio infligge agli atleti una doccia scozzese senza respiro, per 94 minuti sui poveri milionari piovono schizzi gelidi deviati a casaccio dal vento e il campo è da subito un protagonista in più, il ventitreesimo. Il pallone, ventiquattresimo e più importante, appare e scompare nel fango, ne esce pesante tre chili perché intriso d’acqua e di mota, imponendo sforzi erculei per controllarlo, calciarlo, rinviarlo, domarlo, estraendolo dai laghetti con enorme fatica oppure cercando i rari spicchi di prato in cui tutto scorre, in ogni caso inzaccherandosi dal primo istante, e con un certo divertimento. Eppure, forse perché un clima simile eccita per definizione il calciatore, Genoa-Inter è una delle partite più spettacolari della stagione. Una quindicina di occasioni da gol, equilibrio e intensità sempre, modelli di gioco a confronto continuo e incastri tattici da mal di testa, perché Gasperini e Mazzarri sono per prima cosa due strateghi di vaglia».
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