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Sorrentino (Repubblica): «Non c’è da stare tranquilli, orripilante l’avvio di gara»

Per l’Inter non c’è pace e nemmeno un avvio di gara decente, come commenta Andrea Sorrentino su Repubblica: «Anzi è orripilante, quasi ideale prosecuzione della disfatta di Parma. Giocatori svagati, reparti allargati e sbracati, e...

Lorenzo Roca

Per l'Inter non c’è pace e nemmeno un avvio di gara decente, come commenta Andrea Sorrentino su Repubblica: «Anzi è orripilante, quasi ideale prosecuzione della disfatta di Parma. Giocatori svagati, reparti allargati e sbracati, e il Verona si infila in contropiede approfittando della manna. Al 6’ la prima sbavatura di Vidic, che scivola e lascia campo alla discesa di Toni, che protegge su Juan Jesus e calcia a lato, con deviazione (almeno quella) del serbo. Ma 4’ dopo altro contropiede su palla persa da Medel, Hallfredsson per Ionita, sul secondo palo Lazaros svetta su Ranocchia e Toni fa 1-0, con Vidic che ancora lo perde. Ormai molti vengono allo stadio sicuri che l’Inter non giocherà bene, così il gol conforta le loro convinzioni, partono i primi fischi e mica solo quelli: un buontempone marchia il viso di Mazzarri in panchina con il laser verde, il divertimento degli imbecilli da stadio di ogni latitudine. Ma l’Inter ha un’anima, ferita e zoppicante quanto si vuole, e reagisce, mentre il Verona si rintana. E il primo incrocio delle punte punisce gli ospiti, su un cross di Ranocchia da destra: Palacio dal secondo palo appoggia di testa e Icardi stanga in rete col vecchio Marquez che neppure lo vede, poi Maurito zittisce il pubblico a gesti: basta fischiare, gracias. È il momento migliore dell’Inter, che quando accende la fiamma sa come dare continuità all’azione: è accenderla, che è un enorme problema. Poi Inter in 10, è sofferenza estrema, il Verona affonda, coglie una traversa con Lazaros, preme, non passa. Pioggia, freddo, nervi e polemiche: è novembre, e non c’è da stare tranquilli».