È il 12 maggio 2018 e l'Inter ha appena perso con il Sassuolo per 1-2 a San Siro. I tifosi sono delusi, alcuni di loro si rivolgono ai nerazzurri che sfilano per rientrare negli spogliatoi. Ivan Perisic si ferma per un'intervista con le televisioni e un tifoso gli urla: «Pirla, vai a fare la doccia...». La reazione del giocatore croato non si fa attendere: «Vieni giù, vieni giù...». L'ambiente si anima, gli agenti di polizia identificano il tifoso (originario di Brescia) e lo denunciano. Al tifoso viene comminato ad agosto un Daspo di 3 anni. All'uomo arriva la notifica di avvio di un provvedimento amministrativo da parte della Questura. Il tifoso denuncia Perisic tramite il suo avvocato Luca Broli per minacce che dice di aver ricevuto da parte del giocatore nerazzurro (gli avrebbe detto: "ti ammazzo, ti ammazzo"). Poi il ricorso al Tar e lo stop al Daspo in attesa dell'udienza di merito.
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Sospeso il Daspo al tifoso che insultò Perisic, il giudice sul giocatore: “Fare minaccioso”
Uno scambio di battute molto accese infervorò gli animi dopo Inter-Sassuolo dello scorso maggio
Scrive Il Giorno in merito alla vicenda e alla sospensione del Daspo (notizia di questi giorni): "Per i giudici, il comportamento del supporter, ritenuto non violento, fu «accentuato e in parte provocato» dall’atteggiamento «minaccioso e provocatorio» del croato. Secondo quanto si legge nell’ordinanza, il comportamento del tifoso, «pur contraddistinto da modi e toni di particolare foga e veemenza, non appare aver assunto connotazioni idonee a potenzialmente incitare o indurre altri all’adozione di comportamenti violenti». In secondo luogo, argomenta il collegio presieduto da Angelo De Zotti, «dalla documentazione video non è dato evincere l’esistenza di comportamenti di resistenza nei confronti degli operatori del servizio d’ordine e di quelli di polizia». Infine, «le pur impetuose e colorite manifestazioni di disappunto del ricorrente, indirizzate fondamentalmente ai giocatori della squadra di cui si professa tifoso, sono state peraltro accentuate e, in certa misura, anche provocate dalla repentina e inusitata reazione posta in essere da un calciatore della squadra Internazionale». Il giudizio su Perisic è duro: «In dispregio degli obblighi che devono sempre e comunque informare il comportamento di un professionista sportivo, si avvicinava con fare minaccioso e provocatorio alla zona dello stadio dove si trovava il ricorrente, inveendo al suo indirizzo nonché, con atteggiamento di sfida, ostentando la volontà di raggiungerlo ovvero intimandogli di scendere sul terreno di gioco per una inammissibile quanto ravvicinata resa dei conti»".
(Il Giorno)
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