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Spal, Mattioli: “Pronti a battagliare in tribunale in caso di mancata ripresa. Serie A? C’è malcontento”

Alessandro De Felice

Le dichiarazioni rilasciate dal presidente della SPAL sul nodo ripresa del campionato di Serie A e la situazione degli estensi

Walter Mattioli, presidente della SPAL, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio Uno per parlare della situazione Coronavirus e della possibile ripresa della Serie A: "Noi abbiamo seguito sia le indicazioni del protocollo che quelle fornite dal nostro staff medico, ma le responsabilità sono troppe ed è anche troppo pericoloso. In questo senso, abbiamo quindi deciso di aspettare e rispettare quello che ci veniva detto dal protocollo. In questi giorni poi abbiamo fatto le varie visite mediche ai nostri giocatori e ora siamo in attesa del nuovo protocollo per poter iniziare a lavorare tutti insieme. Finché non arriva quello, però, i miei giocatori continueranno ad allenarsi individualmente come stanno già facendo in questi giorni. Siamo comunque pronti, ma coscienti di quello che dobbiamo affrontare e nutro ancora qualche dubbio sulla possibilità che il 13 saranno tutti quanti pronti a riprendere il campionato”.

In caso di maxi-ritiro, come vi muoverete?

"Noi siamo già pronti. Abbiamo un hotel in centro a Ferrara (l’hotel Carlton, ndr) che già ci ospita durante il campionato. Adesso è libero ed è pronto solo per noi. Ci trasferiremo lì con un gruppo di circa sessanta persone, che sono già state sottoposte a visite mediche, e avremo a disposizione più di sessanta stanze, una per ogni calciatore, dove ciascuno potrà mangiare e dormire singolarmente. Siamo pronti e abbiamo studiato i programmi, però prima vogliamo sentire cosa dice il protocollo e i nostri medici. Stiamo facendo tutto insieme a loro e stiamo aspettando per partire. Inoltre, abbiamo anche un centro sportivo molto bello, che ci permette di lavorare in piena sicurezza".

Il calcio al tempo del Coronavirus cambierà. Lei cosa pensa?

"Sicuramente sarà una cosa anomala, soprattutto per quanto riguarda lo scendere in campo senza i nostri tifosi, che è una cosa che non vorremmo mai succedesse. Si tratterà di un calcio anomalo. Se la Uefa, la Lega e la Federazione ci diranno che si potrà giocare, a noi comunque andrà bene. Mi dispiacerebbe però sentirmi dire che a dodici giornate dalla fine, con trentasei punti a disposizione, essendo penultima, la SPAL sarà quindi condannata alla Serie B".

Se dovessero fare come in Francia, la SPAL si tutelerà? E come?

"Noi siamo pronti a battagliare. Non possiamo accettare una situazione del genere. Ricorreremo e lo faremo presso i tribunali sportivi. Lo stesso penso farà la Federazione però. Quindi vediamo cosa succederà nelle prossime settimane. Non sarà facile, ma non posso accettarlo. Trentasei punti sono ancora tanti e la SPAL si può salvare, anche perché come mentalità e gruppo siamo abituati a disputare finali di campionato importanti. Ci siamo salvati sempre nelle ultime giornate e pensiamo di potercela fare, più di altre società. Se torneremo in campo, ce la giocheremo. E sono sicuro che faremo un grandissimo finale di campionato perché la nostra mentalità è quella di lottare fino alla fine".

Gli altri club come stanno vivendo questo momento?

"C’è del malcontento. Abbiamo fatto decine e decine di ore di assemblea e non tutte le società sono contente di ripartire. Se si ritornerà a giocare, dal punto di vista dei diritti tv, i licenziatari saranno obbligati a pagare. Se invece non si ripartirà, nasce sicuramente una nuova situazione. L’aspetto economico è importante per tutte le società e ci sono realtà che se non si finisce avranno grandi problemi finanziari e i risvolti potrebbero essere catastrofici".