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Da calciatore sapeva anche essere duro, in campo.
«Mi sono sentito felice tutte le volte che ho allenato uno come lui. A volte non c’era bisogno che emergesse con la sua personalità, faceva benissimo il regista e puliva qualsiasi pallone senza mettere in campo il carattere perché non serviva. Ma nel momento decisivo entrava con una scivolata e portava via tutto. Certo che ora un vantaggio l’avrà».
Quale vantaggio?
«Non potrà più entrare in scivolata, così si risparmierà quelle tre o quattro giornate di squalifica che prendeva ogni anno».
Come deve vivere De Rossi questa nuova avventura?
«Con grande gioia. Gli è capitato il bivio decisivo, qui si stabilisce se raddoppierà la sua splendida carriera nel calcio: l’ha avuta da giocatore, può viverla da allenatore. Sono sicuro che sarà felicissimo. Sa come lo immagino stasera, prima di addormentarsi?».
Ma allenare la Roma lo metterà davanti a tante difficoltà.
«Dovrà guardarsi soprattutto dagli spaventatori professionisti: non dovrà avere paura di loro».
E chi sono, gli spaventatori professionisti?
«Quelli che gli ricorderanno ogni cinque minuti che rischia tanto, che non ha esperienza, che sarebbe stato meglio se fosse arrivato alla Roma più tardi».
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