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Italia, Spalletti: “Non è vero che si gioca troppo, rischia di diventare un alibi”

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Lo ha detto il ct dell'Italia Luciano Spalletti a Coverciano dove la Nazionale da oggi inizierà a preparare la prossima gara di Nations League
Marco Macca Redattore 

"Per me non si gioca molto, bisogna essere attrezzati per giocare molto. Bisogna far giocare chi c'è dietro, i giovani. Quando una squadra non vince non bisogna parlare di titolari o riserve, ci sono squadre che hanno 25 giocatori all'altezza".

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Lo ha detto il commissario tecnico della Nazionale italiana Luciano Spalletti a Coverciano dove la Nazionale da oggi inizierà a preparare la prossima gara di Nations League, quella in programma giovedì prossimo a Roma contro il Belgio. "Il nostro campionato dà continuamente soluzioni e alternative, ci ha dato qualche soluzione in questo periodo - ha aggiunto Spalletti - C'è da gestire qualche infortunio, infortuni che secondo me dipendono soprattutto dalla testa dei calciatori più che dall'aspetto muscolare. Mi fa piacere aver visto anche questa mattina i calciatori entusiasti di ritrovarsi, quell'entusiasmo visto nelle ultime due partite".


E ancora: "Ho visto che dopo aver fatto bene nelle gare di settembre i giocatori dell'Italia hanno fatto bene anche con la loro squadra - ha sottolineato Spalletti -. Il campionato poi dà sempre delle alternative, alcune le abbiamo viste qui. Si gioca troppo? I discorsi finiscono sempre lì, cioè si dice che le seconde linee, le riserve, non hanno fatto bene come i titolari. Non bisogna creare alibi. Inter, Milan e Juventus hanno a disposizione rose per giocare più partite. Poi alcune prestazioni dipendono dalla fisicità o meno di certi calciatori".

Spalletti ha poi parlato anche di alcune new entry in azzurro: "Daniel Maldini? È abbastanza facile spiegare perché io l'abbia portato qui: era il calciatore che ci mancava. Ha la giocata bella e incantevole, in più ha fisicità e qualità. Qualche volta si assenta dal gioco, ma adesso sta giocando con continuità. Facciamo una prova questa settimana e vediamo che effetto gli farà star qui, anche dal punto di vista emozionale. Pisilli? A vederlo mi sembra proprio un bel centrocampista. Bifasico. Mi diceva Daniele De Rossi che nelle partitine fa sempre gol, ha frequenza ed energia".

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Sempre sui singoli: "Zaccagni e Chiesa hanno porte un po' meno aperte anche per via del sistema di gioco? Un po' sè e un po' no. Zaniolo era un esterno, ora Gasp lo ha messo seconda punta dentro il campo. Gabbia ha fatto vedere che sa comandare il reparto difensivo, mantiene alta la linea. Retegui? È professionista e goleador". Non mancano nelle parole del Ct temi di attualità: "Rigorini? Ho visto la partita fra Fiorentina e Milan vicino a Gianluca Rocchi, lui è stato impegnato tutto il tempo nel suo lavoro, che fa bene - ha detto Spalletti -. A me riesce difficile entrare nel lavoro degli altri, ma per me la continuità nel gioco è la cosa migliore, accettare qualche contrasto. Sarei curioso di fare l'arbitro perché lascerei giocare molto, ma è veramente dura, anzi durissima, anche per la classe arbitrale".

Quindi il tema stadi, partendo dall'esempio Atalanta: "Loro sono un modello, e hanno uno stadio che rappresenta l'Italia in Champions". Poi esorta: "Vanno fatti gli stadi, è un problema sociale e calcistico e serve fare in fretta. La gente vuole vedere le partite in stadi belli".

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