Il dicembre nero dell’Inter - tre sconfitte, le prime, tra campionato e Coppa Italia, con l’attacco che ha smesso di segnare - non cancella il buon lavoro di Luciano Spalletti, che conserva riflessi importanti sul valore della rosa. Grazie ai risultati ottenuti nella prima parte della stagione, rispetto al 1º settembre, è cresciuto infatti del 29 per cento e oggi è stimato circa 80 milioni. Non male per un tecnico che in estate ha ricevuto dal mercato Skriniar, Vecino, Borja Valero, Cancelo e Dalbert, perché il resto degli acquisti sono stati giovani di belle speranze, importanti in proiezione futura più che nell’immediato.
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Spalletti ha rivalutato la rosa dell’Inter. Partenza sprint, ma ora deve superare la crisi
Rosa rivalutata del 29%, ma dicembre è stato un mese nero per l'Inter
Ottanta milioni in più fanno sorridere i dirigenti nerazzurri, che, però, al tempo stesso, guardano a denti stretti l’ultimo mese del 2017, durante il quale, da prima in classifica, la squadra si è ritrovata al terzo posto in campionato: effetto dello 0-0 contro la Juventus del 9 dicembre, delle due successive sconfitte con Udinese (1-3) e Sassuolo (0-1) e del pari a reti inviolate con la Lazio. Numeri che lasciano intravedere le prime avvisaglie di una crisi. Spalletti non si nasconde e per questo, alla vigilia della sfida contro la Fiorentina, al Franchi, esterna un chiaro messaggio per il gruppo: «Dobbiamo fare meglio, la maglia dell’Inter andrebbe vestita 24 ore su 24. Non possiamo permetterci di lasciare gente in giro per il campo a pascolare. Nelle sconfitte si trova la forza del gruppo, è il momento di compattarsi. Voglio essere sicuro che i giocatori abbiano la voglia di andare al di là del proprio massimo». I problemi dell’Inter non si esauriscono con le sconfitte. Ai risultati del campo, infatti, va aggiunta l’astinenza dal gol. Dallo 0-0 contro i bianconeri, in tre gare di campionato e due di Coppa Italia (vittoria col Pordenone ai rigori e sconfitta con il Milan per 1-0), i nerazzurri hanno messo a segno una sola rete, incassandone cinque. Numeri sconfortanti per una squadra dalla panchina risicata e che ambisce a un posto in Champions.
(La Stampa)
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