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Spalletti: “Il Napoli è una squadra forte, mi somiglia. Possiamo scrivere la storia del club”

Andrea Della Sala

Il nuovo tecnico del Napoli si è presentato ufficialmente alla stampa in conferenza

Giornata di presentazioni quella di oggi. Dopo il primo giorno di Mourinho alla Roma, tocca anche a Luciano Spalletti nella conferenza stampa di presentazione del Napoli. Queste le parole dell'ex allenatore dell'Inter:

Mertens l'ho sentito il giorno prima e dopo l'intervento. Vorrebbe venire a passare, ma è chiaro che gli sarà concesso qualche giorno in più. 

Lavorare su discontinuità. Qual è il primo obiettivo?

"Il Napoli è una squadra forte, sono curioso di entrarci il prima possibile per capire quanto ne è consapevole. Essere forte se non sai di esserlo a volte non completa il tuo comportamento. Da quando ho saputo di essere l'allenatore non gli ho levato mai gli occhi di dosso. È una squadra che mi piace, ma bisogna darci dentro". 

Cosa l'ha spinta a dire ok al Napoli?

"Ho avuto la possibilità di stare un po' a casa, si sta con la famiglia, si vive in campagna, si guardano le partite. Fa bene vivere in campagna, di strada ce n'è ancora tanta da fare e avere dei piedi forti è una bella cosa. Sono sempre emozionato, mi crea sempre dei battiti forti stare dentro lo spogliatoio e in un campo ad allenare i calciatori. Sono stato contento fin dal primo momento. Napoli è una squadra forte, come la città, completo il mio tour dell'anima. Ho allenato a Roma nella città del Papa, a San Pietroburgo nella città degli zar, a Milano nella città della moda e ora il Napoli. A Napoli sono orgoglioso di venirci, siederò sulla panchina dove ha giocato Maradona. Il tour dell'anima perché qui ci ha giocato lui ed è la città di San Gennaro".

Cosa si sente di poter dire ai tifosi del Napoli?

"Abbiamo solo una strada, il calcio giocato lo dobbiamo accostare ai risultati. Quello che dai ai tifosi del Napoli te lo rendono con gli interessi. È un progetto importante quello di allenare il Napoli. Mi piace lo slogan 'Sarò con te'. È un grido di appartenenza, un segnale. È una mano che ti tende la città, che dovremo stringere forte per provare ad arrivare lontano per dimostrare di meritare di saper vestire questa maglia. Dobbiamo restituire questo amore e questo affetto con il comportamento e la disponibilità in campo". 

Quanto è centrale Insigne nel suo progetto tattico?

"Secondo me sarebbe meglio parlare prima con lui che con voi del nostro capitano. Con Insigne ci ho parlato per telefono, gli ho fatto i complimenti dopo un gol e gli ho detto che mi farebbe piacere fare questo percorso con lui al mio fianco. Poi ci sono altre questioni e quelle le andremo ad analizzare quando ritorna. Gli si fanno i complimenti a lui e Di Lorenzo per un europeo spettacolare. Ha fatto vedere più volte il suo marchio di fabbrica. Di Lorenzo è un giocatore completo, forte da un punto di vista fisico, si adatta a fare tutto. E facciamo i complimenti anche alla Nazionale e a Mancini per la squadra che ha allestito. È visibile che assomiglia più a una squadra e non a una selezione di calciatori. Molto del suo tempo lo spende nella metà campo offensiva. Anche se l'ultima partita si è trovato il pelo nell'uovo, ma ha fatto vedere una completezza. Non si poteva fare altrimenti. Si sono adattati e hanno saputo coprire gli spazi".

Cosa chiede Spalletti a Spalletti?

"Mi sveglio sempre in forma alla mattina, poi mi deformo in base a chi trovo durante la giornata. Non chiedo niente per me, chiedo solo per il Napoli. Mangio una bistecca al giorno, non ho bisogno di una mucca. devo allenare bene questa squadra. Napoli piena di uomini che hanno lasciato il segno. Io e la mia squadra vorremmo diventare delle persone ricordate dai tifosi del Napoli". 

È stato protagonista della serie di Totti. Cosa le ha lasciato quella serie?

"Sono felice di avergli dato la possibilità di fare una fiction. Aveva i contenuti anche per farla su di lui. Mi dispiace che non abbia avuto grande successo e che abbia avuto delle critiche. Io un paio di scene per fargli fare il pieno ce le avevo. Non voglio sottrarmi a parlare di Totti. Ci sarà spazio anche per le cose meno importanti, ora c'è quella di allenare il Napoli". 

Come si pone davanti alla responsabilità di dover riportare il Napoli in Champions?

"Il presidente ha toccato tasti giusti. La prima qualità deve essere quella di avere calciatori forti per entrare tra quelle 4. Entrare in Champions sarà la mia ambizione, la mia ossessione. Napoli è la città che ha più napoletani in giro il mondo. Io terrei volentieri tutti i calciatori che ho a disposizione, mi basterebbe così. Sappiamo che tra contratti in scadenza, per il covid, per tante questioni, il prossimo Napoli sarà differente da quelli precedenti. Noi siamo qui per tentare di costruirne un altro altrettanto forte. 

Mercato?

"Dobbiamo essere pronti a vedere quello che succede. con il presidente ho parlato più volte dopo che ho firmato questo contratto. È chiaro che fra di noi ci diciamo qualcosa in più. Per il momento quello non lo possiamo raccontare. Dobbiamo lavorare in maniera seria".

Il Napoli ha snobbato l'Europe League. Diventa un obiettivo reale?

"Dobbiamo mettere in campo un calcio che somiglia alla città e di cui gli sportivi ne siano orgogliosi. Mi piacerebbe avere una squadra sfacciata, di scugnizzi che credano nel proprio talento e vadano a metterlo in pratica in campo contro qualsiasi avversario. L'Europa League è una competizione a cui tengo molto, così come alla Coppa Italia e al campionato, ma anche alle partite amichevoli e agli allenamenti. Se ti alleni bene, la partita la giochi meglio. Tengo a fare bella figura ogni volta che il Napoli entra in campo. Si fa le cose per bene, si fa sul serio".

Perché negli ultimi 10 metri il Napoli ha perso forza? 

"Il presidente ha detto bene e io ho dato la mia disponibilità aggiungendo che avrei preferito poi partire da adesso. Secondo me Gattuso ha fatto un lavoro splendido, è una persona che conosco bene e so quelli che sono i suoi credo calcistici. Ci mette sentimento. Ho visto che è un allenatore che sa il fatto suo e sa fare il suo mestiere. Non so cosa sia successo, è mancato un risultato. Ma per arrivare lì ne hanno vinte molte. Per una differenza reti si rimane fuori e si dà colpa a un gol, ma hanno pedalato forte. A volte si trovano squadre che hanno meno da dire e che fanno grandi partite. Bisogna stare attenti e mettere in campo sempre il massimo della forza".

Quella sera di Inter-Juve cosa ha notato, che sensazione ha avuto?

" Mi sembra ci sia stato anche un cambiamento nella classe dirigenziale dell'Aia. Io ne conosco molti di arbitri perché sono abbastanza anziano. Diventa difficile per me andare a sindacare su quello che può essere un episodio. Ho molta fiducia, mi fido di queste persone che ci sono adesso. Ho un rapporto molto amichevole dentro la loro professionalità, non posso aiutare sotto questo aspetto". 

Esiste una base di calciatori un po' in ombra in questa squadra. Quanto si può incidere per far esprimere il loro potenziale? Ha sentito Emerson, gli piacerebbe?

"Se fossi un presidente di una squadra prenderei un allenatore che è capace di incidere su una squadra. So la qualità dello staff del Napoli, se scelgono un calciatore per il Napoli la vedo dura che lo sbaglino totalmente. Poi ci può essere un periodo di difficoltà, ma si cerca di andargli a trovare le motivazioni che poi gli permettano di far vedere tutto il suo valore. Emerson? Non posso rispondere, però è una cosa che è possibile che sia anche avvenuta". 

Ha sempre avuto un grande feeling con gli attaccanti. Che margini di crescita ha Osimhen?

"Ha tutte le potenzialità, attacca la profondità, negli spazi è uno che ha grandi doti. Sa fare gol, si danna per la squadra. Gli interessa coprire quegli spazi e quei metri per non lasciarli agli altri. Poi abbiamo Mertens, Petagna...". 

Che tipo di calcio proporrà al suo Napoli?

"Non si può fare sempre la stessa cosa. Devi essere bravo a fare un po' tutto. Ma tutte queste cose vanno fatte a livello di squadra. Bisogna essere tutti sempre in 30 metri, bisogna riuscire a essere aggressivi e cattivi. La partita va riempita di cose, non una sola".

Sarà 4-2-3-1 o pensa a qualcosa di diverso? Cosa si aspetta col supporto del pubblico?

"Sì 4-2-3-1, è la base. Poi se si parla di calcio attuale le più brave hanno fatto vedere la qualità dei calciatori. Sono loro che fanno la differenza. Poi si modella col possesso palla. L'Atalanta è la squadra a cui bisogna fare tanti complimenti".

Si aspetta di trovare Insigne, Ruiz e Koulibaly o ha un piano B nel caso in cui partano?

"Sono inclusi nei calciatore che terrei. Poi c'è da fare altre valutazioni".

C'è un giocatore di questo Europeo che l'è piaciuto?

"Ce ne sono stati alcuni anche meno famosi, ma non si fanno i nomi perché ci piacciono più i nostri. Partite tutte molto lottate, con equilibrio".

Quale sarà la cura Spalletti?

" Sono già tutti in debito con me".

C'è una frase da scrivere come Mourinho?

"Ha ragione, non si possono fare paragoni con lui. Sotto l'aspetto motivazionali le usano già tutti. Sulla casacca d'allenamento abbiamo messo una frase. I giocatori sono professionisti, se vuole giocare con noi si alza e si motiva. Calciatore forte, mente forte. Io non motivo proprio nessuno".   

Ospina e Meret?

"Siamo contenti di avere due portiere di questo livello qui. C'è bisogno di tanti calciatori forti e avere due portieri di grande livello è un grande vantaggio". 

Pensiero sul Var?

"È perfetto. Mette a posto tante situazioni. Bisogna dargli anche un po' di interpretazione. Ma questa è finalmente la strada giusta".

Ha avuto modo di conoscere la città?

" Ogni volta che sono venuto a Napoli l'ho sempre trovata una città piena di movimento, emozionante". 

Che contributo si attende da Manolas e Politano?

"Lo devono fare per loro e per i compagni di squadra. Mi aspetto che diano il massimo sempre. I contratti ci fanno essere del Napoli per un numero di anni, in questo ambiente a Napoli le vittorie e i risultati possono farci entrare nella storia del Napoli per sempre".

Che promessa fa al presidente, a se stesso e ai tifosi?

"L'impegno. Mi trovo sempre meglio con chi dice ciò che pensa. Rispetto a chi pensa ciò che può dire. Lui le cose le dice in faccia e io sono a posto. Le cose bisogna farle bene sempre. Non vogliamo tirare a campare, ma a vivere. Lozano mi ha buttato fuori dalla Champions League con l'Inter".