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Spalletti, primo compleanno all’Inter. Da sempre alla ricerca del bel gioco, il tecnico…

L'allenatore dell'Inter vuole vedere giocare bene le proprie squadre, ora insegue la Champions

Andrea Della Sala

Oggi il tecnico dell'Inter, Luciano Spalletti, compie 59 anni. Per l'allenatore è il primo anniversario sulla panchina nerazzurra: "Un po’ di nerazzurro nel destino ci dev’essere stato, visto che la prima volta che la incontrò (25 gennaio 1998) la fermò al Castellani con l’Empoli. Un 1-1 firmato Carmine Esposito (ricordate il famoso gol di Alessandro Del Piero alla Fiorentina con l’esterno destro al volo?) e Alvaro Recoba (leggendario arcobaleno da metà campo).

A Empoli prima salva i toscani, poi li porta dalla C alla B, dalla B alla A fino a salvarli. Modellare per darsi un’identità, costruire basi solide per non ritrovarsi senza fondamenta. Luciano è da sempre così. La tesi di Coverciano con la quale chiude il Master da allenatore (stagione 1999-2000) si intitola “Il sistema di gioco 3-5-2”. La bussola sono le parole corto, lungo, diagonale, scalature. Dopo Empoli c’è la Sampdoria (esonerato, richiamato e alla fine retrocesso in B), il Venezia (un doppio esonero in una stagione, Maurizio Zamparini presidente), l’Udinese per la prima volta (salva i friulani) e quindi l’Ancona subentrando a Fabio Brini e salvandola in B. Il salto lo compie tornando a Udine nel 2002, portando i bianconeri prima in Coppa Uefa e poi in Champions League.

Nel 2005 arriva alla Roma, dove riesce a togliersi parecchi soddisfazioni. A Roma vince due volte consecutive la Coppa Italia e una Supercoppa nazionale. Non poco visto che sono gli anni in cui è l’Inter a raccogliere le margherite lasciando i petali del «m’ama-non m’ama» agli altri. Spalletti si trova di fronte un progetto completamente diverso solo a San Pietroburgo. Lo Zenit ha le disponibilità economiche (e la necessità) per chiedere successi immediati. Dal 2009 al 2014 vince due volte il campionato russo, una volta ciascuna la Coppa e la Supercoppa nazionale. Eppure Spalletti rimane convinto – parola sue – che il suo Zenit «debba giocare meglio». Torna a Roma, al posto di Rudi Garcia, portando i giallorossi al terzo posto e al secondo l’anno scorso. La sua idea ora appartiene all’Inter, non più travolgente quando la affrontava da romanista. Ora Luciano, con i nerazzurri, deve fare una sintesi di crescita graduale e necessità di successo. Il che significa accesso alla Champions. Da oggi, entrando nel 60° anno di vita, parte la caccia a un trofeo indelebile.

(La Gazzetta dello Sport)