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Oggi il tecnico dell'Inter, Luciano Spalletti, compie 59 anni. Per l'allenatore è il primo anniversario sulla panchina nerazzurra: "Un po’ di nerazzurro nel destino ci dev’essere stato, visto che la prima volta che la incontrò (25 gennaio 1998) la fermò al Castellani con l’Empoli. Un 1-1 firmato Carmine Esposito (ricordate il famoso gol di Alessandro Del Piero alla Fiorentina con l’esterno destro al volo?) e Alvaro Recoba (leggendario arcobaleno da metà campo).
A Empoli prima salva i toscani, poi li porta dalla C alla B, dalla B alla A fino a salvarli. Modellare per darsi un’identità, costruire basi solide per non ritrovarsi senza fondamenta. Luciano è da sempre così. La tesi di Coverciano con la quale chiude il Master da allenatore (stagione 1999-2000) si intitola “Il sistema di gioco 3-5-2”. La bussola sono le parole corto, lungo, diagonale, scalature. Dopo Empoli c’è la Sampdoria (esonerato, richiamato e alla fine retrocesso in B), il Venezia (un doppio esonero in una stagione, Maurizio Zamparini presidente), l’Udinese per la prima volta (salva i friulani) e quindi l’Ancona subentrando a Fabio Brini e salvandola in B. Il salto lo compie tornando a Udine nel 2002, portando i bianconeri prima in Coppa Uefa e poi in Champions League.
Nel 2005 arriva alla Roma, dove riesce a togliersi parecchi soddisfazioni. A Roma vince due volte consecutive la Coppa Italia e una Supercoppa nazionale. Non poco visto che sono gli anni in cui è l’Inter a raccogliere le margherite lasciando i petali del «m’ama-non m’ama» agli altri. Spalletti si trova di fronte un progetto completamente diverso solo a San Pietroburgo. Lo Zenit ha le disponibilità economiche (e la necessità) per chiedere successi immediati. Dal 2009 al 2014 vince due volte il campionato russo, una volta ciascuna la Coppa e la Supercoppa nazionale. Eppure Spalletti rimane convinto – parola sue – che il suo Zenit «debba giocare meglio». Torna a Roma, al posto di Rudi Garcia, portando i giallorossi al terzo posto e al secondo l’anno scorso. La sua idea ora appartiene all’Inter, non più travolgente quando la affrontava da romanista. Ora Luciano, con i nerazzurri, deve fare una sintesi di crescita graduale e necessità di successo. Il che significa accesso alla Champions. Da oggi, entrando nel 60° anno di vita, parte la caccia a un trofeo indelebile.
(La Gazzetta dello Sport)
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