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SPALLETTI: “TOTTI? NON DOVEVA. DEVO RISPETTO A TUTTI E 25. VUOLE FARE GIGGS, NEDVED O GIOCARE? IO…”

Dario Di Noi

Al termine della sfida stravinta con il Palermo, per l’allenatore della Roma, Luciano Spalletti, le domande dei giornalisti sono tutte concentrate su un solo nome: Francesco Totti. Dopo la decisione della mattinata di cacciare il capitano dal...

Al termine della sfida stravinta con il Palermo, per l’allenatore della Roma, Luciano Spalletti, le domande dei giornalisti sono tutte concentrate su un solo nome: Francesco Totti. Dopo la decisione della mattinata di cacciare il capitano dal ritiro, Spalletti ha affrontato la situazione ai microfoni della Rai.

Queste le sue parole: "E’ stata una giornata particolare, c’era il dubbio che la squadra subisse il contraccolpo. Infatti all’inizio eravamo frenati, nella prima mezz’ora abbiamo inciso poco. Col primo errore di Dzeko è peggiorata la situazione, per fortuna l’ha sistemata proprio lui. Con un gran gol ha sbloccato la situazione. Totti? La decisione viene dal fatto che stamattina era tutto pieno delle sue dichiarazioni, io gli ho chiesto un po’ più di attenzione, sapevo che per i ragazzi poteva esserci il contraccolpo. Da figura paterna, gli ho detto: ‘Mettiamoci d’impegno, pensiamo a questa partita’. Poi esce questa situazione. Io vi posso dire che lui è il capitano e può fare anche qualcosa di più, ma qualunque giocatore se ha voglia di dire qualcosa può convocare una conferenza stampa e dire tutto. Io sono l’allenatore di una squadra, io il rispetto lo devo a tutti e 25 i giocatori, se faccio passare questa io poi con gli altri che faccio? E’ stata una decisione basata su quello che è venuto fuori, io non posso accettare che uno mi dica queste cose dopo una partita così pesante come quella col Real Madrid, e dopo un filotto di vittorie come questo. Fosse stato un periodo in cui non andavano bene le cose e lui avesse voluto parlare per migliorare la situazione, ok. E’ il capitano, è il giocatore più forte del dopoguerra e della storia della Roma. Ma ora no, non deve, io devo fare attenzione agli equilibri, devo tenere bada alle cose che spettano al mio mestiere. La gestione di Totti dal mio punto di vista è facile, io non voglio mettere nessuna virgola e nessun apostrofo alle decisioni future di Francesco. Io ho precisato subito, non voglio entrare nelle scelte di Francesco. E’ in un momento importante, ma decide lui e io non ci voglio entrare. Io gliel’ho detto: ‘Vuoi fare il Giggs? Vuoi fare il Nedved? Vuoi fare il calciatore? Io però debbo scegliere in funzione delle vittorie della Roma. Io non gli dico di smettere, io gli dico di allenarsi bene come ha fatto in queste settimane. Infatti io oggi l’avrei preso in considerazione, io ieri l’ho annunciato titolare ragazzi. Il problema è che il troppo amore per questa persona ogni tanto rischia di fare l’effetto opposto, che lui poi abbia richieste che vanno al di là di quello che è permesso ad un allenatore. Io lo so che i tifosi mi vengono a contestare a Trigoria, io lo so che tutto lo stadio canta per lui, ma io canterei con loro! Io ho goduto di tutto il suo talento, e l’ho fatto ancora più di loro avendolo visto pure in allenamento. Ma io non sono mica un pazzo, ma devo mettere a posto delle cose, devo prendere delle decisioni, devo mettere l’ordine, da allenatore. C’era disordine alla Roma, se no non mi chiamavano. So che contraccolpo può avere una squadra dopo una partita di Champions League come quella di mercoledì. Il giorno dopo si torna al lavoro per poi giocare contro il Palermo, e se non hai la testa rischi le sveglie. Io devo difendere la Roma, non avevo altre scelte. Ognuno può pensare ciò che vuole, a me non me ne frega niente. Rancori? Ma che rancori, io torno alla Roma e metto dei puntini sulle “i” dopo la prima volta che ho avuto il piacere di lavorare con Francesco. Chi viene a giocare qui alla Roma ha il grande piacere di giocare con un grande campione come lui, chi arriva subisce un po’ di attrazione. Chiaro poi che bisogna essere professionali, bisogna fare delle scelte. Io gli ho detto che c’erano varie possibilità, perché non voglio andare a toccare il suo futuro, perché merita il suo futuro se vuole farlo nella Roma. Può scegliere lui, lui può fare tutto quello che vuole. Con la sua persona, di grande uomo e calciatore della Roma che è stato, può fare tutto quello che vuole. Ma se vuol fare il calciatore, a me va bene, ma io poi scelgo. La situazione è tutta a posto, è passato negli spogliatoi. Ci siamo salutati, mi ha detto che avrebbe visto la partita nel box, mi ha detto che lì c’erano i suoi amici. Domani lui viene ad allenarsi, l’umore era perfetto, quello che è sempre. Domani mattina ci si riallena. Difficile da credere? Difficile perché volete mettere zizzania. Fischi all’annuncio del mio nome? Non penso niente, non vado in cerca di applausi, voglio vincere con la Roma. Se la Roma vince io sono a posto, mi può succedere quello che volete".

(Domenica Sportiva)