ultimora

Spariti due trofei dal Museo dello stadio Meazza: si tratta di…

Lorenzo Roca

In teoria dovrebbero stare nel Museo dei cimeli di Milan e Inter dentro lo Stadio Meazza, e invece la «Toyota Cup» e il decimo «Trofeo Santiago Bernabeu» stavano passando all’asta da Sotheby’s a Londra, in una vendita ora di fatto...

In teoria dovrebbero stare nel Museo dei cimeli di Milan e Inter dentro lo Stadio Meazza, e invece la «Toyota Cup» e il decimo «Trofeo Santiago Bernabeu» stavano passando all’asta da Sotheby’s a Londra, in una vendita ora di fatto «congelata» da un’inchiesta della Procura di Milano che indaga per «appropriazione indebita» uno dei gestori del Museo. Il quale, a sua volta, giura però di aver oggi tutti i diritti di legittimo titolare dei due cimeli rossoneri. Il buffo «giallo» dei trofei espatriati emerge oggi dalle carte giudiziarie, ma in realtà inizia tra la fine del 2014 e il 2015, quando la celebre casa d’aste mette in vendita due lotti proposti dalla società «Graham Budd» operante per un proprietario italiano. Uno è il trofeo offerto dallo sponsor della Coppa Intercontinentale 1990 a Frank Rijkaard quale migliore giocatore di quella finale, tra Milan e i paraguaiani dell’Olimpia Asunción. Poi il Trofeo Santiago Bernabeu 1988, premio di un torneo estivo amichevole col Real Madrid, ma a suo modo ambìto dai collezionisti per la pacchianeria degliarzigogolati riccioli che ne fanno una delle coppe più kitsch del calcio mondiale. Solo con la segnalazione che le due Coppe compaiono sul catalogo d’aste il Milan si accorge della sparizione dal Museo degli originali (ogni trofeo vinto ne ha sempre due, più svariate riproduzioni): fa un esposto in Procura e chiede il sequestro dei trofei. Londra non lo concede, perché assume la buona fede della società intermediaria e della casa d’aste, che comunque di propria iniziativa blocca la vendita e toglie le Coppe dal catalogo. Il pm Luigi Luzi indaga uno dei soci della «Autentico sport srl» e della «Sms srl» operanti nella gestione del «San Siro Museo & Tour» allo stadio. Ma l’indagato, attraverso il suo legale Cesare Bulgheroni, ribatte di «aver legittimamente acquistato le Coppe, assieme ad altri trofei, dal proprietario» precedente, che a sua volta sarebbe un altro socio di «Autentico sport srl» e già ex direttore del Museo.

(corsera)