Si è fatto male in Nazionale, nel bel mezzo dell'Europeo poi vinto dall'Italia e lui è riuscito comunque a dare un contributo importante fino alla rottura del tendine d'Achille. Spinazzola dopo più di 250 giorni fuori è tornato tra i convocati di Mourinho domenica scorsa. Ai microfoni di 'Supertele', programma di Dazn, ha parlato proprio del suo infortunio. Intervistato da Alciato ha detto:
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Spinazzola: “Italia, eliminazione amara. Infortunio? Calo mentale, era come…”
Il calciatore della Roma è tornato ad allenarsi con i compagni e ha raccontato del suo calvario per guarire dopo l'infortunio al tendine d'Achille
«C'è stata tanta positività ma anche tanta negatività. Momenti di depressione, di euforia e gioia. Un mix, un luna park di emozioni. Positività quando ho iniziato di nuovo ad andare veloce perché ho passato momenti in cui dicevo che non sarei tornato più veloce come prima. Non riuscirò a fare determinate cose come prima, perché vedevo tutto buio e tutto nero. Poi quando ho visto che i risultati arrivavano, tre mesi fa, prima non arrivavano ed era dura, quello è stato il punto più alto».
-Ti eri forse imposto un ritorno troppo veloce?
Lo dicevo perché era un obiettivo personale. Volevo essere positivo, ho lavorato otto ore al giorno tutti i giorni per questo obiettivo.
-Un ruolo importante in questi mesi lo ha avuto tua moglie...
Mia moglie in questi mesi è stata incredibile. Lei è sempre stata incredibile per me. È stata veramente dura per lei non vedere me, che certi giorni ero in un altro mondo. E anche con i miei figli facevo fatica.
-Si piange tanto?
Ho pianto tre o quattro volte, soprattutto quando non riuscivo a fare delle cose, mi impuntavo. Io mi impunto molto, devo farcela per forza, a volte è un bene e a volte no. Era come essere un Toro. Era come dare le testate ad un muro di cemento che non andava giù.
-Cosa vedi nell'immediato futuro per te e la Roma?
Adesso nella mia stagione vedo che devo riprendere il ritmo squadra, essere consapevole che posso fare i miei scatti di 70-80 metri in velocità, quando ho fatto quello vedrò di giocare 20-25 minuti e poi incrementare. Speriamo di vincere tutte le partite fino alla fine, quanto più possibili».
-Come hai vissuto Italia-Macedonia del Nord?
Compleanno amaro per me ma è stata un'eliminazione amara per tutti i miei compagni e per l'Italia intera. C'ero passato con mister Ventura, sapevo cosa si poteva provare. Ma so che ci riprenderemo come abbiamo fatto in precedenza.
-Con Spinazzola e Chiesa chissà...
Sono stati dei mesi dopo l'Europeo in cui non girava qualcosa. Possiamo fare mille chiacchiere ma ci sono momenti in cui va tutto bene ed altri in cui va tutto storto. Trenta tiri e un tiro loro, di cosa possiamo parlare? Di niente.
-Dell'Europeo cosa è rimasto?
Il bello che abbiamo fatto e creato.
-Il dialogo con Mourinho quando ti ha detto che tornavi tra i convocati?
Il mister da ottobre mi diceva di andare in panchina. Poi dopo c'è stato il mio calo mentale e da lì ha iniziato a dirmi Leo non ti preoccupare, un giorno in meno, mi incoraggiava per farmi sorridere e tutti i giorni mi diceva qualcosa. Gli ho detto che ad aprile sarei tornato in panchina, che ero pronto a tornare in uno stadio, prima non lo ero, mentalmente. Anche solo andare dentro allo stadio, anche in borghese, non volevo.
(Fonte: DAZN)
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