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Sporting-Mihajlovic, il caso al Tas di Losanna. L’allenatore: “Calpestati i miei diritti”

Gianni Pampinella

Le parole dell'allenatore che torna sulla breve avventura sulla panchina dello Sporting

"Io e il mio staff abbiamo dato mandato allo studio del nostro legale, l’ex dirigente della Fifa Paolo Lombardi, di procedere davanti al TAS di Losanna per ottenere il risarcimento contrattualmente previsto in caso di esonero. Ieri sono state presentate tutte le carte ed è iniziato l’iter". Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Sinisa Mihajlovic torna sulla sua breve avventura sulla panchina dello Sporting. "Avevo accettato con grande entusiasmo, come sempre quando inizio una nuova esperienza professionale, l’offerta dello Sporting Lisbona. Ma proprio perché stavolta si trattava di andare all’estero in un campionato prestigioso ma nuovo, durante la trattativa avevo preso tutte le informazioni e anche le precauzioni. Mai mi sarei aspettato che invece che in panchina mi sarei ritrovato in un’aula di tribunale a far valere i miei diritti calpestati", dice l'allenatore.

Poi aggiunge: "Verso metà giugno mi sono recato a Lisbona per trattare con i dirigenti dello Sporting il mio ingaggio e quello del mio staff. Il 18 giugno abbiamo sottoscritto un accordo triennale a partire dal 1 luglio. Pochi giorni dopo, tuttavia, il presidente Bruno de Carvalho – che mi aveva fortemente voluto allo Sporting – veniva allontanato dall’Assemblea dei Soci ed il 27 giugno il club mi sollevava dall’incarico sostenendo che non avessi superato il periodo di prova previsto dai regolamenti portoghesi per i contratti tra società e allenatori. Ma questa motivazione è assolutamente infondata e strumentale, visto che in quel momento il contratto non era neppure iniziato e io mi trovavo ancora in ferie in Sardegna...".

(Gazzetta dello Sport)