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L'Italia continua a rimanere parecchio indietro rispetto al resto d'Europa in quanto a stadi e impianti sportivi. Il Sole 24 Ore analizza le complicazioni burocratiche e gli stop agli investimenti nel nostro Paese: "In materia di stadi la Serie A resta primatista mondiale per plastici e planimetrie. Lo scontro tra il sindaco di Milano Beppe Sala e i due club del capoluogo lombardo è solo l'ultimo di un lungo elenco di casi, in cui incertezze normative, pastoie burocratiche e iter labirintici hanno frenato i progetti di realizzazione o di ristrutturazione degli impianti sportivi. E dire che da Nord a Sud la cantierizzazione dei tanti progetti ideati o già presentati dalle società che militano nei campionati professionistici potrebbe generare investimenti diretti per oltre 2,5 miliardi".
"Il piano nazionale già invocato dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal presidente della Serie A, Paolo Dal Pino potrebbe consentire di sbloccare potenziali investimenti per oltre 2,5 miliardi. Milano e Roma sono solo i due esempi più eclatanti. Inter e Milan dal 2019 hanno proposto e già modificato su richiesta di Palazzo Marino un progetto per un nuovo impianto a San Siro che innescherebbe lavori per 1,2 miliardi. Il sindaco Beppe Sala ha però di fatto sospeso l'iter la settimana scorsa chiedendo maggiori certezze alla proprietà cinese dell'Inter e scatenando l'irritazione di Suning".
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