Nella puntata dedicata a San Siro di Stadi 5.0, format di DAZN che racconta gli impianti sportivi italiani, è stato intervistato anche l'architetto Marco Casamonti. Il professionista ha “firmato” tra gli altri il Bluenergy Stadium di Udine. Ha collaborato nella realizzazione dell’Arena Kombetare di Tirana o a quella del Viola Park della Fiorentina.


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Casamonti: “San Siro? In nessun’altro stadio si vede così bene. E’ chiaro che Inter e Milan vogliono…”

Al canale streaming ha detto: «Intanto dobbiamo dire che San Siro è uno stadio bellissimo, dove il calcio si vede meglio in Italia. Se le società non riescono a trovare una relazione con il Comune o a vedere il restauro di quest'opera straordinaria, è chiaro che pensano a strutture nuove. Non sbagliano. Ma ad un certo punto non si può più rimandare il tema. Quindi se questa possibilità viene data in tempi brevi uno mantiene un'opera straordinaria. Però se i tempi sono troppo lunghi e complessi si pensa a nuovi stadi. Il tema è anche è possibile ristrutturare San Siro e giocare contemporaneamente all'interno. È un problema di non facile risposta. Ovvio che Milan e Inter non possono stare lontano dallo stadio per due-tre anni per un'operazione di ristrutturazione così complessa».
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«Si intrecciano moltissime questioni burocratiche, amministrativa e di proprietà dell'opera. San Siro è del comune di Milano e Inter e Milan devono patrimonializzare. Se costruiscono uno stadio su terreni loro diventa un asset. Vorrei non fosse banalizzata la questione. Il tema è di grandissima complessità», ha spiegato l'architetto.

-San Siro è un monumento, cosa non toccherebbe?
San Siro ha una curva di visibilità eccezionale e il calcio lì si vede bene. Non toccherei l'inclinazione dei gradoni che è pure quasi eccessiva. Oggi in alcune parti addirittura fuori dalla consuetudini e dai limiti dell'UEFA che sono di un'inclinazione massima di 34 gradi. San Siro la supera. Non toccherei questa cosa, non toccherei la vicinanza che c'è tra le tribune e il campo. Certamente deve essere più funzionale. Da rivedere le aree hospitality e lo stadio deve essere trasformato in un luogo abitale per 365 giorni all'anno. Una struttura così grande non può essere solo impiegata per il calcio. Dovrebbe avere tutto attorno un sistema di vita che trasforma il monumento in un monumento visitabile. Credo che al pari del Duomo, debba essere considerato una cattedrale laica che necessita di attenzioni e cure che forse negli anni non sono state date, che fosse visitabile tutto l'anno, come succede ai nuovi stadi che sono opere vissute tutti i giorni dell'anno.
(Fonte: DAZN)
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