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Pioli e Inzaghi finora hanno puntato sulla la stessa formazione: crede che a andranno sul sicuro pure nel derby?
«Assolutamente sì, non vedo il motivo per cui non si debbano scegliere i migliori alla prima gara dopo la ripresa».
Cosa ha aggiunto la finale di Champions all’Inter?
«Tantissimo, perché tutti hanno apprezzato un’Inter che ha dimostrato di sapersela giocare con la squadra più forte al mondo e questo nella testa dei giocatori è importantissimo. Il passaggio da grande a grandissima squadra è infatti segnato da un fattore mentale che si costruisce proprio affrontando queste partite. E l’Inter da quel percorso fatto in Champions è uscita con una maturità, una consapevolezza e una serenità che le permettono di dominare le partite, come ho visto in queste prime tre giornate. In tal senso basta pensare all’unica trasferta che hanno giocato, a Cagliari, in cui hanno controllato la gara e sono andati ad affondare il colpo senza rischiare niente. Il contrario di quanto è accaduto nella prima parte del girone di ritorno in cui l’Inter ha perso il contatto dal Napoli proprio buttando via tantissimi punti in trasferta e con squadre della seconda parte della classifica. Ecco, quell’Inter oggi non c’è più».
La fascia di capitano ha migliorato Lautaro?
«La vedo esattamente al contrario: la fascia da capitano è la conseguenza della sua crescita come leader. Lui già lo era nella parte finale della scorsa stagione anche senza “i gradi”: questo per la consapevolezza acquisita grazie al Mondiale. All’Inter, una volta tornato da campione del mondo, ha mostrato un grandissimo senso di responsabilità e a me è piaciuto tantissimo come si sia posto nei momenti negativi, per esempio dopo la sconfitta a La Spezia: lì si era già comportato da capitano mettendoci la faccia. E si è quindi guadagnato la fascia quando non l’aveva e oggi quella fascia non gliela leva nessuno».
Tra i duelli del derby, qual è quello più stuzzicante?
«Da una parte quello tra Leao e Darmian, visto che spesso si troveranno nell’uno contro uno. Dall’altra non parlerei di un duello ma di una sfida, quella tra Lautaro e Thuram con Thiaw e Kjaer: per come gioca l’Inter, tenderà a isolare la coppia dei centrali milanisti per fare un due contro due con i suoi attaccanti. E questo può essere un problema per Pioli, considerato che con Tomori il Milan ha perso un leader difensivo per personalità e comando della linea».
È sorpreso dalla velocità nell’ambientarsi di Thuram e Pulisic?
«I complimenti vanno fatti soprattutto a Thuram perché è andato a giocare in una squadra molto codificata, in cui gli attaccanti giocano in combinazione e in opposizione, vale a dire quando uno attacca lo spazio l’altro deve venir fuori, quindi il suo tempo di adattamento non è stato soltanto mentale/ambientale, ma anche tecnico tattico. Su Pulisic sono meno sorpreso perché lui è... un giovane-vecchio e perché già conosceva alcuni nuovi compagni che ha trovato al Milan».
A proposito di nuovi: dopo i gol in Nazionale, ora “sgomita” pure Frattesi...
«Frattesi è un giocatore straordinario che per tanti anni comporrà, con Barella, la coppia di interni della nostra nazionale e per l’Inter, prenderlo, è stato un colpo sensazionale, Però nella sua posizione, a proposito di cattedratici, c’è un giocatore straordinario quale è Mkhitaryan a cui non credo Inzaghi rinuncerà nel breve. Daniele, che conosco dai tempi della Roma ed è un ragazzo d’oro, questa cosa sicuramente la sa e sa che in questa stagione costruirà le basi della sua titolarità per il futuro, però oggi quella maglia è di Mkhitaryan».
Può lasciare scorie il ricordo delle semifinali di Champions?
«Non all’inizio, ma se per il Milan la partita dovesse prendere una piega negativa qualche fantasma potrebbe riaffiorare».
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