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«Contro Genoa, Monza e nel secondo tempo del derby, i nerazzurri non hanno giocato sui livelli visti contro Atalanta e City. Ma non è una questione di fame».
L’Inter vera è quella di Manchester o quella del derby?
«Quella di Manchester. La questione è mentale. E di aspettative più alte. Le ultime due stagioni sono state diverse. Nel 2022-23, con il Napoli in fuga e lo scudetto lontano, l’Inter ha disputato un campionato non all’altezza e una Champions mentalmente straordinaria. La scorsa stagione il contrario: testa, anima e cuore allo scudetto ed eliminazione amara e prematura in Europa. Questa è la prima stagione in cui l’Inter è obbligata per valore e spessore della rosa ad una doppia, forte aspettativa. Uno step mentale che l’Inter deve e può compiere come squadra, allenatore e società».
Lautaro non segna più: qual è il problema?
«Parliamo del miglior finalizzatore della Serie A e di uno dei migliori al mondo. Lautaro ha pagato la Coppa America e un inizio di stagione in cui ha giocato seppur non ancora al top della condizione. In queste prime partite ho notato che arretra anche più del solito: un po’ per generosità e un po’ influisce la nuova interpretazione da nove puro di Thuram. Fidatevi di me: Lautaro tornerà a realizzare valanghe di gol. Nel derby non ha segnato, ma a fine gara si è confermato un gran capitano: ci ha messo la faccia, arrabbiato ma ottimista. Leader».
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