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Stramaccioni, il ghiaccio è rotto. Possiamo confermare quelle parole?
«Senza dubbio. L’impatto di Taremi in Serie A è stato assolutamente positivo, per prestazione individuale e affinità collettiva con la squadra».
In che cosa le è sembrato più pronto e in cosa deve ancora migliorare?
«Mehdi è molto intelligente calcisticamente, sa leggere il gioco e lo ha dimostrato subito in Italia. La cosa più importante per lui sarà accumulare minuti e migliorare il feeling con i compagni».
Quello con Thuram a che punto è?
«Mi ha colpito tantissimo il livello di ricerca di intesa fra i due, si sono cercati ogni volta che hanno potuto. In ogni situazione spalle alla porta hanno giocato e occupato gli spazi uno in funzione dell’altro. Sono molto curioso, quando capiterà, di vederlo anche con Lautaro».
Ma in che cosa Taremi è diverso rispetto ai due titolari dell’attacco?
«È molto abile a lavorare in combinazione, è uno specialista dell’attacco con due punte. Con Amiri nel Persepolis , Marega nel Porto e Azmoun in nazionale... Ha sempre o quasi giocato con un altro attaccante accanto, motivo che lo spinge a fare ciò che ama: abbassarsi e legare il gioco con appoggi e giocate apparentemente semplici ma efficaci, come ad esempio l’avvio dell’azione del secondo gol di Thuram al Genoa. Altro aspetto, il gioco aereo: potrà contribuire molto, la rete di Darmian al Lecce è l’antipasto».
Dice Mkhitaryan: “Taremi è timido fuori dal campo ma dentro è un soldato”. Definizione centrata?
«Micki pesa sempre con molta attenzione le parole e ha vissuto tanti spogliatoi importanti pieni di campioni, concordo con lui. Anche nell’Iran Taremi è un leader silenzioso e positivo».
Inzaghi è il tecnico giusto per lui?
«Ha grandi meriti nella crescita e consacrazione di Thuram in A e sono convinto che contribuirà tanto ad arricchire le performance di Taremi: Mehdi ha le caratteristiche ideali per il suo gioco, abbinate a doti umane che Simone apprezza e valorizza in un gruppo».
I tifosi aspettano il primo gol. Che partita si immagina con l’Atalanta?
«La fase difensiva di Gasperini è forte e attenta, ma sono sicuro che Taremi potrà incidere».
Con Lautaro al top, il tridente che Inzaghi ha varato in corsa a Genova è un’opzione sostenibile anche dal primo minuto?
«Onestamente sarei molto sorpreso di vederlo dall’inizio nel breve periodo. Sono convinto però che possa essere una soluzione assolutamente funzionale e percorribile in corso di gara, soprattutto contro difese molto chiuse. E aggiungo che ritengo molto più funzionali e in grado di coesistere Lautaro, Thuram e Taremi che ad esempio i tentativi di tridente con Lautaro, Lukaku e Dzeko: il belga e il bosniaco soffrivano molto di più la triplice “coabitazione”».
Andiamo sul classico: Taremi ricorda...?
«Direi Julio Cruz, per l’abilità di legare il gioco e la capacità di calciare a rete sempre in ottima coordinazione balistica».
Ali Daei gli ha pronosticato almeno 15 gol. Stramaccioni quanti gliene dà?
«Ho conosciuto Ali a Teheran, è una leggenda e un’icona per il mondo persiano e asiatico in generale. Auguro a Taremi di raggiungere quel numero di gol, ma penso che se andasse in doppia cifra, considerando che non parte fra i titolarissimi, sarebbe già un ottimo risultato».
Da Taremi al resto dell’Inter: resta la squadra da battere?
«Sì. È la più solida, amalgamata ed esperta. E con una profondità di rosa ampiamente ed abilmente implementata dal mercato. Ma sarà un campionato affascinante, ne sono certo».
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