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È stupito sia arrivata fin qua?
—«L’Inter è grande, non è mai una sorpresa. Zanetti, poi, è un uomo speciale: ti insegna cosa è questa maglia. Quelli del City forse sono più forti, ma è un 50 e 50. E poi il pubblico turco potrebbe essere decisivo: sarà tutto per Calhanoglu. Anche Gundogan ha origini turche, ma Hakan è il capitano della nostra nazionale».
Da attaccante, come vede la battaglia tra centravanti?
—«Haaland ha una forza fisica impressionante, ma l’Inter di centravanti di livello internazionale ne ha tre. Dzeko è un uomo da grandi notti, Lukaku è tornato ai suoi livelli e si trova benissimo con Lautaro, che spero sia l’uomo del destino, come Milito del 2010».
Di chi è il merito se l’Inter sta lassù?
—«La famiglia Zhang ha investito e Inzaghi ha avuto pazienza e personalità nel riuscire a risolvere i problemi. Simone è un padre buono che ha tracciato una via: da Onana a Brozovic con lui i giocatori si divertono».
Cosa c’è adesso nel cuore dell’altro Hakan, Calhanoglu?
—«Hakan è un giocatore unico, un leader nato con una capacità di calcio che in pochi hanno. Lui è il capitano della nazionale e gioca in un Paese che ha subito una grande tragedia, come il terremoto di febbraio. Porterà nel cuore tutte le vittime, sarà emozionato e con una motivazione in più: farà di tutto per alzare la coppa davanti alla sua gente».
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